La storia con-divisa

La storia con/divisa1

In un week-end che, a livello planetario, ci ha offerto le immagini di un matrimonio reale, della beatificazione di un papa morto 6 anni fa e l’uccisione di Bin Laden – un matrimonio che dura finche’ dura, una beatificazione ed un uccisione che convincono pienamente solamente i fedeli credenti, comunque tre avvenimenti mediatici indimenticabili -, anche noi nel nostro piccolo non ci siamo fatti mancare nulla.

Avevamo appena finito di leggere dotte analisi riguardanti le chances che gli altoatesini avrebbero in un momento di grave indecisione dell’SVP dovuta alla guerra di successione, che temporaneamente accantona i progetti di secessione, di Durnwalder e di grande apertura dell’SVP data dalla presenza di alcuni suoi esponenti alle manifestazioni del 25 aprile, dimenticandosi delle esternazioni che il precedente vicesindaco Ellecosta ribadiva annualmente, che, puntuale come una cambiale, nella conferenza stampa del lunedi’, il Big Loden locale ci ha ricordato chi comanda e dove.

Prima di tutto ci ha fatto sapere che £ui$ ha deciso di infischiarsene della decisione della commissione che ha giudicato i 486 progetti riguardanti l’opera di Piffrader scegliendone 5, commissione che forse non ha nemmeno letto attentamente il bando di gara, che diceva chiaramente che il progetto avrebbe dovuto impedire la visione diretta del bassorilievo, avere un testo di spiegazione ed esprimere chiaramente una presa di posizione contraria al messaggio trasmesso dal fregio d’epoca fascista. Tre dei cinque progetti scelti non prevedono che il bassorilievo non sia piu’ visibile direttamente, ma anzi accentuano la curiosita’ verso il bassorilievo; quattro dei cinque progetti non prevedono alcun testo di spiegazione e la frase di Hannah Arendt “Nessuno ha il diritto di obbedire” del progetto preferito dagli amministratori che lui ha chiamato a governare gli sembrava troppo ambigua e non attinente alla richiesta del bando. La Commissione quindi ha operato senza seguire minimamente le indicazioni del bando e giustamente il capo paghera’ con i nostri soldi questi “esperti” e premiera’ i cinque finalisti con i 20.000 €uro previsti, ma lui ha gia’ deciso che il progetto sara’ un altro, a meno che non si decida di spostare l’intero bassorilievo, come da lui promesso agli Schuetzen, ipotesi subito appoggiata anche dal sindaco, che dopo la lettera di Bondi prima ha dichiarato che “Il governo ha calato le braghe ed ha venduto l’Alto Adige per due voti al Parlamento; poi ha detto che l’opera di Piffrader non sarebbe mai stata spostata dalla piazza; quando Durnwalder gli ha ricordato che l’accordo consente alla Provincia di fare tutto cio’ che vuole anche senza il consenso del Comune e che quindi l’avrebbe spostata, ha detto che era d’accordo con lo spostamento; quando esperti veri e presunti gli hanno fatto notare che la soluzione migliore sarebbe stata la storicizzazione ed anche Durnwalder ha accettato l’idea, ha detto che era favorevole alla storicizzazione; infine ha detto che l’operazione sarebbe stata “un prezzo da pagare” per la convivenza.

Poi ci ha ricordato di avere ordinato di sistemare le targhe esplicative degli ossari nonostante le telefonate e le lettere di alti funzionari dello Stato che gli chiedevano di sospendere l’operazione. A parte ogni considerazione sulla serieta’ di questo Stato, che supera ogni considerazione di carattere contingente relativa al governo momentaneamente in carica per una valutazione di lungo periodo su come ci si trova qui in queste condizioni penose per quanto riguarda la credibilita’ dello Stato italiano che ricade inevitabilmente sui suoi cittadini non appartenenti alle minoranze nazionali, provate ad immaginare cosa avrebbe detto il Centrosinistra, soprattutto nelle sue componenti piu’ radicali, se un governatore leghista avesse detto di infischiarsene delle direttive dello Stato relativamente ad una questione non sostanziale dal punto di vista della qualita’ della vita, ma importante sul piano simbolico.

Infine il trittico della storia con/divisa e’ stato completato con l’annuncio di un convegno storico in occasione del 50° anniversario della “Notte dei fuochi” del giugno 1961, dove ci ha gia’ anticipato la sua tesi secondo la quale il terrorismo, che con centinaia di attentati ha causato anche decine di morti, e’ servito ad attirare l’attenzione dell’opinione pubblica internazionale sulle vicende locali, senza esprimere una parola di condanna della violenza perpetrata, ma pronunciandone migliaia su quella subita.

I suoi partner italici di giunta, che lui ha cooptato, quando privatamente parlano di lui e delle sue imbarazzanti esternazioni ricordano con quel fare saputello di chi vuol far finta di saperla lunga, schiacciando l’occhiolino ed abbassando il tono della voce, che lui poverino deve fare i conti anche con la corrente di destra del suo partito ed anche con la concorrenza alla destra del suo partito.

Loro invece non devono fare politicamente i conti con nessuno, se non con lui, e quindi non devono ricorrere ad alcuna esternazione, limitandosi a “Resistere, resistere, resistere!”, non solamente il 25 aprile, attaccati alla poltrona. Se avessero parlato e detto qualcosa di significativo la tesi di chi sostiene che la coincidenza dell’uccisione di Bin Laden con la beatificazione del papa e’ gia’ evidentemente un miracolo sarebbe stata ulteriormente avvalorata.

Bolzano, 3 maggio 2011.

Giorgio Delle Donne

1 Editoriale pubblicato sull’«Alto Adige» il 4 maggio 2011.