Cultura & progettualità 2

Cultura & progettualita’1

La giunta comunale di Bolzano insediata dopo le elezioni del 2000 non ha sdoppiato l’assessorato alla cultura, come allora richiesto dall’SVP, limitandosi alla creazione di un ufficio per le associazioni tedesche. Fin qui nulla di male: si puo’ fare una buona politica culturale anche con due assessorati separati e/o si puo’ fare una pessima politica anche con un unico assessorato alla cultura. Quello che non risulta comprensibile e’ la scelta politica di fondo del centrosinistra italiano: di fronte alle dichiarazioni di Durnwalder che, durante le trattative per la formazione della giunta provinciale nel gennaio 1999, aveva piu’ volte dichiarato che non erano ancora maturi i tempi per l’accorpamento dell’assessorato provinciale alla cultura italiana con quello tedesco, ha accettato che si creassero i presupposti per l’accorpamento dei due assessorati provinciali alla cultura e, contemporaneamente, per la divisione dell’assessorato comunale alla cultura di Bolzano. Dove i sudtirolesi sono una piccola minoranza – la sola citta’ di Bolzano – l’SVP chiede un ufficio separato per le attivita’ culturali; dove sono maggioranza – in Provincia e nella quasi totalita’ degli altri 115 comuni – sta programmando un accorpamento degli uffici o gestisce la cultura con un unico assessore. L’impressione e’ che qualcuno aspetti il momento opportuno per mettere insieme le volpi e le galline, utilizzando le solite retoriche frasi roboanti dei politici: in nome del valore universale della cultura, o delle comuni origini territoriali tirolesi, o in nome della convivenza langeriana, o pragmaticamente sperando nella proverbiale ricchezza ed efficienza dell’amministrazione provinciale, dimenticandosi che questa efficienza e’ inversamente proporzionale alla democrazia.

Per verificare questa affermazione e’ sufficiente analizzare il meccanismo di nomina dei componenti dei consigli di amministrazione e dei comitati scientifici nei musei provinciali. I partiti politici nominano i membri dei consigli di amministrazione, e questi nominano i membri dei comitati scientifici. La tradizione politica italiana vuole che la maggior parte dei componenti sia nominata ovviamente dai partiti di maggioranza, ma che una parte sia indicata dai partiti di opposizione. In Sudtirolo questa e’ considerata evidentemente un’inutile perdita di tempo, ed i partiti di giunta nominano tutti i componenti dei consigli, non dando il minimo spazio all’opposizione. Se il consiglio di amministrazione ed il comitato scientifico sono costituiti ognuno da 8 persone, 6 sono tedeschi e 2 sono italiani. I 6 tedeschi sono nominati ovviamente dall’SVP, che da’ precise direttive sulla linea politica-culturale da seguire e puo’ scegliere anche tra persone che, seppur coccolate e viziate e spesso improponibili in altri ambiti territoriali non protetti come quello provinciale, a volte hanno delle buone idee e possono avere anche un cognome italiano, purche’ il nome sia in controtendenza. I 2 italiani se li spartiscono i due assessori italiani che, tutti insieme, non hanno le preferenze che hanno i piu’ votati membri dell’opposizione, e nominano spesso persone che sembrano scelte a caso dall’elenco telefonico, generando continuamente quella spirale tra crisi della politica, della rappresentativita’, della credibilita’ e della progettualita’ politica. Nominato il consiglio di amministrazione quest’ultimo nomina il comitato scientifico, ma li’, improvvisamente, si riscopre lo spirito unitario della cultura, e quindi non sono i 2 italiani del consiglio di amministrazione a nominare i 2 italiani del comitato scientifico, ma tutti e 8 i componenti del consiglio di amministrazione nominano i componenti del comitato scientifico. Il risultato puo’ essere che anche i componenti italiani se li sceglie l’SVP, se casualmente i politici italiani di giunta scelti dall’SVP non dovessero proporre persone di suo pieno gradimento.

Ma “se Atene piange, Sparta non ride”, e se in Provincia tutto funziona perche’, oltre alle eccezionali risorse finanziarie, c’e’ un unico partito ed a volte un unico uomo che prende le decisioni, nel Comune di Bolzano, oltre alle risorse finanziarie imparagonabili a quelle provinciali o a quelle dei comuni sudtirolesi, il personale politico del periodo post-tangentopoli e’ assolutamente inadeguato alle sfide del presente: spesso impreparato ed incompetente, sempre litigioso e privo di progettualita’, non ha ancora capito che governare non significa solamente stare al governo limitandosi a fare clientelismo e favori agli amici ed ai compagni con interventi che non sono solamente privi di progettualita’, ma anche del minimo coordinamento, come sta accadendo in questi giorni in cui l’assessora continua a finanziare un circolo culturale con centinaia di migliaia di €uro di deficit dovuti ad una gestione fallimentare sul piano finanziario ma interessante per quanto riguarda l’organizzazione dei concerti, concerti impediti negli stessi giorni dal sindaco che ha diffidato il circolo dal continuare ad organizzare eventi musicali in una sede evidentemente inadeguata, vista la coabitazione con famiglie che hanno tutto il diritto di dormire tranquille, la cui ristrutturazione e’ costata centinaia di migliaia di €uro di finanziamenti pubblici che sono serviti a valorizzare un immobile di proprieta’ di un privato.

L’ultimo assessore alla cultura del Comune di Bolzano con un’indiscutibile preparazione culturale bilingue ed una decennale esperienza scolastica e’ stato Claudio Nolet. Peccato che dalla fine del suo mandato, nel 1995, siano passati oramai 16 anni.

Bolzano, 15 aprile 2011.

Giorgio Delle Donne

1 Editoriale pubblicato sull’«Alto Adige» il 16 aprile 2011.