Coerenza & credibilità

Coerenza & credibilità1

Durante l’assemblea programmatica del Partito Democratico svolta sabato scorso, di fronte ad un pubblico composto da una quarantina di persone, praticamente tutti gli amministratori del partito, quelli che con la politica ci campano, il segretario provinciale ha stupito il pigro uditorio affermando che e’ necessario che l’SVP la smetta di fare una politica etnica. Grande la risonanza mediatica dell’avvenimento – il segretario del PD che critica l’SVP e’ di per se’ un avvenimento, a prescindere dal tipo di critica !-, durata fino alla consueta conferenza stampa del lunedi’, quando Big Loden ha chiuso il dibattito ricordando che le delibere di giunta sono approvate nel 98% dei casi all’unanimita’ e senza critiche da parte dei due assessori PD cooptati in giunta proprio per questo, per rispettare lo Statuto senza rispettare l’orientamento politico e la rappresentativita’ degli altoatesini, e che comunque il partito potrebbe anche scegliere altri partner italiani di giunta. Nella coda del dibattito i due assessori hanno giustificato il loro comportamento affermando che loro sono amministratori, come se il fatto di stare in giunta li esonerasse dallo svolgere una funzione politica, mentre i due deputati, che vivono lontano dal boss, hanno espresso qualche velata critica all’indiscusso leader locale relativamente al suo decisionismo.

Ma ha senso la critica del segretario del PD ? Si puo’ criticare un partito che e’ statutariamente etnico per il fatto di fare una politica etnica ? L’SVP e’ l’unico partito del Parlamento italiano a non avere avuto la necessita’ di cambiare nome e linea politica dopo la crisi della “prima repubblica” proprio per questo, e la coerenza politica, pur nel suo divenire storico, e’ sempre apprezzabile, anche se si manifesta in posizioni politiche non condivisibili.

Cosa dovremmo dire di quella consigliera provinciale Verde che nel 2001, pur di farsi votare come presidente del Consiglio provinciale, ha firmato un accordo scritto con l’SVP nel quale si impegnava a non prendere posizione in occasione del dibattito sul censimento, uno dei temi che avevano caratterizzato il suo movimento/partito, e che, quando la sua collega di partito ha presentato una mozione in proposito, e’ uscita dall’aula ? Cosa dovremmo dire dell’assessore comunale Verde di Bolzano che, caso piu’ unico che raro, nella consiliatura 2000-2005 ha deliberato la costruzione dell’inceneritore da 130.000 tonnellate ? Cosa dovremmo dire del consigliere provinciale Verde che solitamente appoggia le richieste di democrazia diretta ovunque, anche quando di fatto confermano i privilegi di pochi, che si e’ espresso contro la proposta, ovviamente strumentale, del Centrodestra bolzanino di svolgere un referendum sull’inceneritore “per evitare di honsegnare la citta’ ai ‘ascisti, hompagni !” e che nel 2006, appena votato dall’SVP presidente del Consiglio provinciale, si e’ pubblicamente scusato dopo avere definito “di pessimo gusto” la manifestazione degli Schuetzen schierati sul piazzale della Provincia con lo sparo a salve in occasione del 65° compleanno del boss, quando il capogruppo SVP gli ha chiesto/imposto di ritirare l’affermazione e di scusarsi con il festeggiato, pena l’immediata sfiducia ? Cosa dovremmo dire di Rifondazione comunista, cosi’ nettamente contraria all’inceneritore di Bolzano fino al 2005, che in seguito all’ingresso in maggioranza ha votato per il finanziamento dello stesso inceneritore cosi’ tenacemente osteggiato fino a quando stava all’opposizione ? Faccio questi esempi relativamente a movimenti e partiti che predicano, ideologicamente, bene e benissimo finche’ stanno all’opposizione e razzolano, politicamente, male e malissimo non appena entrano in maggioranza e non commento neppure la politica di tutti quei centristi che non hanno altro obiettivo che divenire “l’ago della bilancia”, pur di conquistare posti di potere, tra l’altro sempre piu’ limitato, da usare nell’unico modo che conoscono: praticare sottogoverno e simulare un ruolo politico che, dalla fine della “prima repubblica” di fatto non hanno piu’.

Certo che il Centrosinistra avrebbe potuto, a partire dal crollo elettorale delle elezioni comunali del 1985, farsi forte, pur nella debolezza elettorale, del fatto che dall’altra parte c’era gente impresentabile – il partito piu’ votato dagli altoatesini negli anni Ottanta era su posizioni che al giorno d’oggi si possono leggere solamente nei proclami di Unitalia – e che anche negli anni Novanta la leadership del Centrodestra era assolutamente incoerente ed inaffidabile, nonostante la svolta del gruppo di Holzmann, ma per fare questo avrebbe dovuto contrattare di volta in volta con l’SVP obiettivi politici. Avrebbe potuto contrattare, ad esempio, in cambio del voto ad un senatore SVP nel collegio elettorale di Bolzano, il passaggio dal censimento nominativo al censimento anonimo, il diritto degli altoatesini di studiare la seconda lingua come meglio credono, un ruolo diverso per la citta’ capoluogo ed altri obiettivi politicamente importanti per gli altoatesini, per la democrazia e per una trasformazione reale dell’autonomia. Ma se non ha fatto cosi’, non ha realmente fatto politica, ed ha accettato un ruolo assolutamente succube del partito statutariamente etnico negli anni Ottanta e Novanta, potrebbe forse dire e fare qualcosa di simile all’inizio del secondo decennio del terzo millennio, quando oramai i ruoli e le posizioni politiche cambiano alla velocita’ della luce, l’incoerenza in politica e’ diventata una virtu’ ed anche nel Centrodestra c’e’ gente che fa la fila per prendere il posto del Centrosinistra, pur nella consapevolezza di farne la stessa fine, aumentando ulteriormente il potere del partito etnico localmente dominante ?

Bolzano, 11 maggio 2011. Giorgio Delle Donne

1 Editoriale pubblicato sull’«Alto Adige» il 14 maggio 2011.