Chi c’è c’è

Chi c’è c’è1

Una barzelletta che non sfigurerebbe nel repertorio del premier racconta di una coppia arrivata tardi al matrimonio, dopo un corteggiamento rapidissimo. Al rientro dalla luna di miele il marito elenca alla moglie i propri impegni e le proprie irrinunciabili abitudini: il lunedi’ il Rotary, il martedi’ il golf, il mercoledi’ il bridge e cosi’ via per tutta la settimana. La donna non si mostra stupita, ed anzi afferma che e’ necessario non sacrificare le proprie abitudini. Il marito la ringrazia per la comprensione e lei termina il discorso affermando: “Anch’io ho le mie abitudini. Io faccio l’amore tutte le sere, chi c’è c’è, e chi non c’è non c’è”.

La barzelletta dovrebbe servire come introduzione alla situazione che si e’ verificata nei giorni scorsi, in occasione dell’elezione del Presidente italiano del Consiglio provinciale. A chi chiede riferimenti storici ricordo come e’ stato eletto il leghista Montefiori nel 1996, la Verde Zendron nel 2001, il Verde Dello Sbarba nel 2006, ed i retroscena ufficiali ed ufficiosi di tali elezioni piu’ volte narrati su queste colonne, a dimostrazione di chi sceglie e come viene scelto il presidente italiano del Consiglio, ma discorso analogo lo si potrebbe fare per gli assessori provinciali italiani e quei pochi assessori comunali italiani rimasti in periferia.

Per allargare la prospettiva puo’ essere utile analizzare i recenti casi di Brunico e Merano.

A Brunico alle elezioni comunali del 2005 la lista civica di Centrosinistra ha perso un consigliere, e visto che prima erano due ha perso il 50% dei voti e degli eletti, mentre la lista civica di Centrodestra ha guadagnato un consigliere, e visto che prima era uno ha guadagnato il 50% dei voti e degli eletti. Il pragmatico sindaco SVP ha proposto alle due coalizioni di firmare lo stesso programma politico di consiliatura, offrendo una staffetta per ricoprire la carica di vicesindaco, carica in seguito ricoperta per 30 mesi dall’unico esponente del Centrosinistra e per i successivi 30 mesi da uno dei due esponenti del Centrodestra, tra l’indifferenza dei leader provinciali delle due coalizioni.

Nel 2010 a Merano il sindaco SVP, che nella consiliatura 2005-2010 aveva governato con una maggioranza SVP-Centrosinistra, durante le trattative per formare la giunta, stanco dei continui tentennamenti dovuti alle italiche lotte intestine sempre motivate da parole roboanti che nascondono un vuoto di progettualita’ oramai cronico ed una semplice brama di briciole di potere, si e’ rivolto al Centrodestra, trovando immediatamente una assoluta disponibilita’ ad entrare in giunta.

Gia’ nel 2004, in un caso piu’ unico che raro, il centrosinistra italico meranese aveva deciso di opporsi al progetto dell’SVP sul progetto del maxitunnel di Monte Benedetto, e l’SVP si era girata dall’altra parte dell’aula consiliare sicura di trovare delle persone che, “in nome della convivenza e per spirito di servizio”, sono state immediatamente disponibili a dimenticarsi tutto quello che hanno detto per anni a contestare la politica del partito di cui volevano diventare partner attivi, riconosciuti e ovviamente ben pagati. Nel caso specifico si trattava di esponenti “biancofioristi” di Forza Italia e degli “urziniani” di AN, che solitamente accusavano il loro Federale di essere troppo accondiscendente con l’SVP. Ma per la convivenza e la convenienza la coerenza a volte viene un po’ meno.

Intervistato sulle difficolta’ ed i tempi necessari per stilare un programma con il Centrodestra dopo il fallimento delle trattative con il Centrosinistra, il sindaco SVP ha candidamente affermato che il programma firmato dagli esponenti del Centrodestra era quello elaborato dall’SVP in funzione dell’accordo con il Centrosinistra.

Lo Statuto del 1972 prevede, all’art. 50, che “la composizione della Giunta provinciale di Bolzano deve adeguarsi alla consistenza dei gruppi linguistici quali sono rappresentati nel Consiglio della Provincia” e, all’art. 61, che “nei comuni della Provincia di Bolzano ciascun gruppo linguistico ha diritto di essere rappresentato nella Giunta municipale se nel Consiglio comunale vi siano almeno due consiglieri appartenenti al gruppo stesso”, ma non afferma che questi debbano essere i piu’ votati dagli altoatesini, o i piu’ intelligenti o i piu’ simpatici. Lo Statuto e’ stato scritto alla fine degli anni Sessanta, quando nessuno si poteva immaginare l’implosione della “Prima repubblica”, ed era quindi naturale che i rappresentanti politici altoatesini nelle giunte fossero gli esponenti degli stessi partiti che governavano lo Stato. Non e’ stato lo shock elettorale del 1985 a cambiare la dinamica, ma il passaggio alla Seconda repubblica ed il taglio del cordone ombelicale che univa i partiti che in sede locale esprimevano la maggioranza elettorale dei voti della minoranza territoriale con i centri di potere statale residui dopo l’emanazione dello Statuto. Lo sfascio dei partiti, della cultura, della logica e della coerenza politica ha fatto il resto e l’SVP non ha fatto altro che approfittare cinicamente ma legittimamente della situazione.

Ora e’ facile ironizzare sulla deputata PD che il giorno dell’elezione del Presidente del Consiglio afferma perentoriamente: “I due esponenti del PD voteranno per Dello Sbarba!”, mentre dopo l’elezione i due esponenti del partito hanno fatto sentire la loro voce sconosciuta ai piu’ per affermare: ”Il nostro candidato naturale sarebbe stato Dello Sbarba (dei Verdi, n.d.a.), ma abbiamo votato Minniti (del P.D.L., n.d.a.)”, ma la questione della reale rappresentativita’ della rappresentanza politica altoatesina nelle giunte e’ un problema che si trascina da quasi vent’anni, e non bastano le roboanti frasi retoriche che si inventano i politici cooptati per risolvere il problema. Ed e’ un problema che devono risolvere gli stessi italiani, perche’ l’SVP da anni rispetta cinicamente lo Statuto senza rispettare la volonta’ degli elettori.

Come dicesse: “Anch’io ho le mie abitudini. Io faccio politica tutti i giorni: per i posti (da vice), chi c’e’ c’e’, e chi non c’e’ non c’e’”.

Bolzano, 20 maggio 2011. Giorgio Delle Donne

1 Editoriale pubblicato sull’«Alto Adige» il 21 maggio 2011.