Toponomastica & fiducia parlamentare

 

Toponomastica & fiducia parlamentare1

La scelta dei parlamentari SVP di non votare la fiducia alla finanziaria del Governo Berlusconi, come ogni mossa politica, puo’ essere interpretata in vari modi.

C’e’ chi pensa che possa essere un preavviso di schieramento possibile in vista di elezioni anticipate sempre meno irrealistiche, a causa delle tensioni che stanno lacerando il PDL; chi pensa che siano motivate da questioni concrete, come il rinnovo della concessione all’Autobrennero della gestione dell’A22; chi crede che possa essere una sorta di ritorsione dopo che il governo di Centrodestra, per la prima volta in quasi 30 anni, ha minacciato di utilizzare i poteri sostitutivi sulla questione dei cartelli indicatori dei sentieri, preavviso di quella che potrebbe essere la posizione del governo in caso l’SVP decidesse di approfittare dello stato comatoso bipartisan della rappresentanza politica italiana locale per portare a termine una parte simbolicamente significativa del proprio trentennale disegno politico di completa ri-tedeschizzazione territoriale nel settore della toponomastica.

In realta’, come spesso accade, le varie ipotesi non si escludono a vicenda, ed a volte si intrecciano.

Non sono piu’ i tempi, come accadde nell’agosto del 1952, quando, in seguito alla decisione del senatore Guggenberg di astenersi sulla fiducia al Governo De Gasperi, gli esponenti locali della Democrazia Cristiana chiesero di cambiare maggioranza politica nel Comune di Bolzano, dove allora gli altoatesini della corrente antiautonomista e nazionalista democristiana la facevano da padroni, cacciando l’SVP all’opposizione.

I funambolismi del prossimo scenario politico, conseguente alla fuoruscita/cacciata della corrente finiana dal PDL, renderanno ancora piu’ preziosi i pochi ma significativi voti SVP al Parlamento, come accadeva alla fine degli anni Cinquanta al Governo Gronchi, che si reggeva proprio per i 3 voti SVP. In quella situazione gli abilissimi parlamentari sudtirolesi riuscirono, a dieci anni dalla fine del nazismo, quando nella cultura degli italiani del Nord “tedesco” e “nazista” erano utilizzati ancora come sinonimi, a farsi riconoscere il servizio militare prestato nella Wehrmacht, il cui operato nell’Italia del Centro-Nord era ancora drammaticamente memorabile, come quello prestato nell’esercito italiano, con tanto di contributi figurativi riconosciuti, e Tinzl chiese anticipatamente l’autonomia provinciale in cambio della fiducia governativa.

Nella storia della presenza parlamentare SVP, che dovrebbe sempre ricordarci che il partito etnico sudtirolese e’ l’unico presente ininterrottamente dal 1948, altro fatto estremamente significativo, abbiamo assistito anche ad atteggiamenti apparentemente contraddittori, come il voto di fiducia al Governo Leone nel 1968, quando Riz e Mitterdorfer si astennero mentre Dietl voto’ contro, creando una grave situazione politica in vista dell’approvazione del 2° Statuto. Ma questo era esattamente quello che Dietl voleva, perche’, e questa e’ un’altra caratteristica significativa della rappresentanza politica SVP, questi politici sanno sempre quello che vogliono, in quanto rappresentanti di un gruppo etnico, al Parlamento, o di interessi di lobby o di vallata, al Consiglio provinciale, mentre non sempre si puo’ fare questa considerazione quando si analizza la politica dei politici italiani in generale ed altoatesini in particolare.

Piu’ della fiducia parlamentare risulta preoccupante l’attuale politica SVP per quanto riguarda la fiducia popolare, sia nel proprio mondo di riferimento sudtirolese, sia nel mondo altoatesino, dove sempre piu’ frequentemente si vive di riflesso delle scelte dei politici sudtirolesi piuttosto che delle scelte dei politici altoatesini oramai ridotti a semplici comparse, anche se straordinariamente retribuite. Dopo la fase della conquista e del consolidamento dell’autonomia, giustamente necessarie per garantire non solo la sopravvivenza, ma anche il necessario sviluppo delle minoranze nazionali, dal punto di vista economico e culturale, sembra esserci una crisi di leadership preoccupante in vista del 2013, quando dovrebbe esserci un ricambio generazionale di giunta provinciale simile a quello che nel 1988 porto’ al trono Durnwalder. Ma non si vedono in giro ne’ delfini ne’ trote, ma solamente anguille.

Bolzano, 30 luglio 2010.

Giorgio Delle Donne

1 Editoriale pubblicato sull’«Alto Adige» il 31 luglio 2010.