Stranieri & propaganda politica

Stranieri & propaganda politica1

La sonnacchiosa campagna elettorale per le elezioni amministrative di Bolzano, dove ogni coalizione trova negli errori dell’altra gli unici argomenti a proprio favore, entrambe incapaci di proporre risposte realistiche e concrete ai problemi reali della popolazione, la scorsa settimana ha avuto un sussulto con la presentazione di un esposto da parte di un esponente del Centrosinistra, in maggioranza a Bolzano dal 1995, contro alcuni esponenti della Lega Nord, da sempre all’opposizione.

Oggetto dell’esposto la presunta istigazione all’odio razziale contenuta in uno spot commissionato dalla Lega ad una televisione privata.

Il testo dello spot in 300 caratteri dice: “E’ ora di dire basta! Basta all’aumento degli stranieri, che sono cresciuti del 58 % negli ultimi 5 anni.(…) Basta a 4.500 delitti denunciati ogni anno, piu’ di 12 al giorno. Basta a quartieri come Firmian, con il 38% di stranieri residenti.”

Il testo dell’esposto dice: “(…) In tale spot due persone con tono duro e minaccioso ripetono le frasi “Basta stranieri! Firmian al 38%”. Il tutto appare chiaramente finalizzato a diffondere nella popolazione sentimenti di paura e a creare un clima di ostilita’ nei confronti di tutti i cittadini stranieri non comunitari indistintamente. Chiede di verificare, alla luce dell’esposto e delle sue premesse, se nello spot in questione vi siano eventuali elementi di reato ai sensi delle normative sopraccitate, in particolare per quanto riguarda la legge n. 205 23 giugno 1993 (Legge Mancino) (…).“

L’esponente del Centrosinistra evidentemente considera giustamente pericolose, populiste e xenofobe le tesi della destra leghista italiana, dimenticandosi pero’ evidentemente delle tesi sostenute per anni dal partito dell’ex assessore regionale Roland Atz, che negli anni Novanta proponeva di gasare i nomadi; del vicesindaco di Bolzano Oswald Ellecosta, che considera gli italiani un gruppo da civilizzare ed afferma continuamente che i sudtirolesi sono stati liberati dai nazisti; dell’ex assessore provinciale alla cultura tedesca Bruno Hosp, che affermava fino a pochi anni or sono la necessita’ di rivendicare il diritto alla Leitkultur tedesca, tutti esponenti di spicco e con incarichi istituzionali significativi del partito – il partito-guida degli etnofederalisti leghisti del Nord, ad eccezione dell’Alto Adige, evidentemente ! – che da quindici anni ha cooptato anche gli ex comunisti, i Verdi e Rifondazione in giunta comunale, i quali incomprensibilmente accettano a Bolzano quello che giustamente combattono altrove.

Gli scarni dati dello spot leghista sono purtroppo dati veri. Sicuramente accostare le percentuali relative all’incremento della presenza degli immigrati all’aumento dei reati induce subdolamente l’elettore mediamente e mediaticamente rimbambito ad associare i due elementi, ma un dato ufficiale diramato nel 2007 dall’ex ministro del Centrosinistra Amato riportava il fatto che gli stranieri in Italia erano il 5% della popolazione e commettevano il 35% dei reati legati alla microcriminalita’. Sicuramente qualche esponente buontempone del Centrosinistra potra’ ribattere che il reato di esportazione clandestina di capitale all’estero viene commesso esclusivamente da cittadini italiani e colpisce indirettamente tutti i cittadini, ma la microcriminalita’ nei quartieri periferici delle citta’ colpisce la povera gente che ci abita in maniera piu’ immediata, ed alle reazioni politico-elettorali anche esasperate di queste persone la sinistra dovrebbe dare risposte politiche evitando di indignarsi accusando di razzismo il proprio ex elettorato.

Inesatta e’ invece l’affermazione relativa alla presenza degli stranieri al 38% nel quartiere Firmian, riferendosi tale percentuale solamente all’edilizia sociale del quartiere e non all’edilizia complessiva, compresa quella privata. Se i leghisti fossero stati piu’ precisi l’accusa alle forze politiche locali di governo sarebbe stata ancora piu’ dura ed incisiva, essendo frutto della scelta politica deliberata e scellerata di concentrare in una nuova zona di espansione di edilizia sociale, all’interno di un quartiere dove oltre il 30% dei giovani e’ seguito dai servizi sociali, oltre il 38% di stranieri ed un microcampo nomadi.

Sul fatto che sia necessario attuare politiche di integrazione dei nomadi e degli extracomunitari penso non ci siano dubbi; sulle modalita’ nascono delle notevoli differenziazioni, soprattutto pensando al fatto che l’SVP per decenni non ha voluto l’iscrizione nelle proprie scuole nemmeno degli altoatesini. Un partito che non ha mai puntato all’integrazione culturale, ma alla netta separazione, alla segregazione o all’assimilazione, e che sembra voler subappaltare il problema dell’integrazione dei nomadi e degli extracomunitari ai comuni ed alle scuole italiane.

In Alto Adige c’e’ il rischio che le localita’ a maggioranza italiana, i quartieri popolari del capoluogo e le scuole italiane in futuro siano abitate e frequentate soprattutto dai figli degli stranieri e degli altoatesini che non hanno la possibilita’ di scegliere per se’ e per i propri figli altri luoghi ed altri percorsi scolastici, aggiungendo nuovo razzismo nei confronti degli stranieri al vecchio nazionalismo nei confronti dei sudtirolesi. Razzismo e nazionalismo che vanno sicuramente combattuti, ma proprio per questo anche capiti e prevenuti, evitando di creare nuovi ghetti razziali in vecchi ghetti etnici e sociali – una miscela pericolosissima – e confrontandosi con il partito statutariamente etnico localmente dominante per risolvere insieme il problema, evitando la retorica buonista secondo la quale il 20% di immigrati in uno dei pochi comuni a maggioranza italiana come Salorno, il 13% a Bolzano o il 50% di stranieri iscritti in alcune scuole italiane sarebbero una risorsa e non un problema, retorica che non risolve il problema ma alimenta solamente la retorica – e l’elettorato – leghista.

Bolzano, 3 maggio 2010.

Giorgio Delle Donne

1 Editoriale pubblicato sull’«Alto Adige» il 6 maggio 2010.