Odonomastica di Bolzano dalla Liberazione alla fine del secolo scorso

L’odonomastica di Bolzano dalla Liberazione alla fine del secolo scorso1

Dopo il 25 aprile del 1945 i nomi piu’ imbarazzanti della citta’ di Bolzano ancora in uso dopo la repentina sostituzione del luglio 1943 vengono sostituiti anche con quelli delle vittime del fascismo, come Matteotti che prende il nome della Piazza del Littorio e Manlio Longon che prende il nome di Via Enderta’. Piazza Grande Italia torna ad essere Piazza Gries, Piazza Impero diviene Piazza Mazzini, Corso IX Maggio Corso Liberta’, Viale Giulio Cesare Corso Italia. Nella zona industriale il nome del sindacalista cattolico Grandi prende il posto del sindacalista fascista Armando Casalini.

Nel 1946 si delibera una nuova denominazione ufficiale bilingue delle strade cittadine e vengono anche cambiati alcuni nomi delle strade: Vicolo dei Cavallari diviene Vicolo delle Erbe, Piazza 2 ottobre Piazza Municipio, Via Sarentino Via Weggenstein, Via dei Selva Via Wolkenstein, Via Verdi Via Isarco, Via Vintola Via Vintler.

L’anno seguente la commissione per la odonomastica cittadina cambia definitivamente i nomi di alcune strade che erano state temporaneamente rinominate precedentemente: Piazza Cairoli diventa Piazza della Madonna; Via Berta non sara’ piu’ Via Leonardo da Vinci ma diventera’ Via Galilei; Via Combattenti non sara’ Via del Sole, ma rimarra’ Via Combattenti; Via Roma non sara’ piu’ la continuazione di Viale Giulio Cesare ma si chiamera’ Via Roma; Via Crispi non sara’ piu’ Via Roma ma sara’ Via Gilm; Via Leonardo da Vinci non sara’ piu’ Via Defregger ma rimarra’ Via Leonardo da Vinci; Via Diaz non diventera’ Via Gries ma rimarra’ Via Diaz; Via Giovane Italia non diventera’ Via Talvera ma Via Stechbacher.

Nel 1948, in un animato dibattito nel Consiglio comunale sul problema della odonomastica cittadina, l’ingegner Ardizzone – padre di Andreina Emeri -, consigliere del Movimento Sociale, propone di numerare le strade come si usa negli Stati Uniti, per eliminare problemi etnici e politici; nel 1949 l’odonomastica cittadina e’ oramai pressoche’ definitiva.

Del 1953 nuova scelta della commissione toponomastica del Comune relativa ad alcune strade. La strada che da Piazza Adriano dovrebbe collegarsi a Piazza Gries, che sarebbe dovuta essere intitolata ad Ottaviano Augusto in base al progetto dell’epoca fascista, si chiamera’ Viale Amedeo Duca d’Aosta; la strada che si immette su Piazza Don Bosco, ex Piazza Pontinia, si chiamera’ Via Montecassino; la strada di fronte alle scuole elementari di Via Manlio Longon Via Rottenburg; la strada parallela Via delle Orsoline; la continuazione di Via Roma Via Novacella; una nuova diramazione di Via Roma Via Vicenza; una diramazione di Via Milano Via Bassano del Grappa; una diramazione di Via Claudia Augusta Via Fratelli Bronzetti.

Nel 1967 nuova revisione della toponomastica stradale di Bolzano: Via Pie’ di Virgolo diventa Via Campegno, a due nuove strade vengono dati i nomi di Via Glorenza e Via Roen, la Via dr. Streiter diventa nuovamente Via Carrettai, due nuove strade vengono denominate Via Ischia e Via Sorrento. Alcuni consiglieri propongono di intitolare le strade a Di Vittorio, Valier, Gaismair, ma l’assessore competente Battisti ritiene la proposta una strumentalizzazione politica dell’odonomastica.

Nel 1968 la commissione per la toponomastica comunale propone di intitolare nuovamente Via Streiter la Via Carrettai. Nuove strade e gallerie vengono intitolate a Vintler, Sciliar, Laurino, Telser, Europa. Nell’articolo giornalistico di cronaca risulta che l’attuale Via Gaismair sarebbe dovuta essere intitolata Via Ortler, ma il PCI propose di intitolare la strada, allora periferica, all’eroe della guerra contadina tirolese volutamente dimenticato dalla cultura del partito etnicamente egemone, il quale si oppose di principio al fatto che un partito italiano, seppur formalmente interetnico, proponesse l’intitolazione di una strada ad un personaggio della cultura tedesca, della quale evidentemente rivendicava l’assoluta rappresentanza non solo politica, ma anche culturale e storica.

Negli anni Settanta ed Ottanta Bolzano ha avuto uno sviluppo limitato a causa della competenza diventata provinciale che ne ha impedito lo sviluppo, e la citta’ ha perso in venti anni oltre 10.000 abitanti ed una serie di opportunita’, come il teatro e l’universita’, arrivate solamente negli anni Novanta, in seguito al cambiamento generazionale della leadership sudtirolese del 1989, oramai consapevole che non era piu’ necessario bloccarne lo sviluppo, in quanto nella fase di sfascio politico degli italiani conseguente a tangentopoli l’SVP era sicuramente in grado di controllare oramai anche il capoluogo. Oltre al quartiere significativamente denominato “Europa” l’intervento urbanistico maggiore e’ stato quello delle ex Semirurali, ma non ci sono stati interventi particolarmente significativi relativi all’odonomastica.

Bolzano, 25 febbraio 2010.

Giorgio Delle Donne

1 Editoriale pubblicato sull’«Alto Adige» il 1° marzo 2010.