Dobbiaco & Merano

Dobbiaco & Merano1

Dopo l’incidente di Dobbiaco, dove la fortunosa e accidentale vittoria di un sindaco italiano dovuta alle frammentazioni dell’SVP locale e’ stata erroneamente scambiata per una nuova fase dell’autonomia, dove finalmente la gente vota svincolata dall’appartenenza etnica, arrivando a parlare di “voto transetnico” – incidente immediatamente compensato con la rivendicazione immediatamente appagata di tutti gli assessori SVP in giunta, in pratica un monocolore SVP con il sindaco italiano esecutore! -, il teatrino della politica locale ci presenta un nuovo episodio, che da alcuni sara’ erroneamente interpretato come un colpo di scena.

A Merano il sindaco SVP, che nella consiliatura precedente aveva governato con una maggioranza SVP-Centrosinistra italiano, con i Verdi all’opposizione, dopo che le lotte intestine al PD, che nel meranese ha ancora una egemonia ex DC, PP, ecc., mentre a Bolzano e generalmente in provincia ha un’egemonia ex PCI, PDS, ecc., non hanno consentito di individuare una nuova leadership autorevole e determinata, stanco dei continui tentennamenti si e’ rivolto al Centrodestra, trovando immediatamente una assoluta disponibilita’ ad entrare in giunta.

Gia’ nel 2004, in un caso piu’ unico che raro, il centrosinistra italico meranese aveva deciso di opporsi al progetto dell’SVP sul progetto del maxitunnel di Monte Benedetto, e l’SVP si era girata dall’altra parte dell’aula consiliare sicura di trovare delle persone che, “in nome della convivenza e per spirito di servizio”, sono state immediatamente disponibili a dimenticarsi tutto quello che hanno detto (spesso ingiustamente) negli anni passati a contestare la politica del partito di cui vorrebbero diventare partner attivi, riconosciuti e ovviamente ben pagati. Nel caso specifico si trattava di esponenti “biancofioriani” di Forza Italia e degli “urziniani” di AN, che solitamente accusavano il loro Federale di essere troppo accondiscendente con l’SVP. Ma per la convivenza e la convenienza la coerenza a volte viene un po’ meno.

La vicenda porto’ i Verdi meranesi ad uscire dalla maggioranza, creando non pochi problemi alla leadership italica del movimento, che da anni teorizza e pratica l’ingresso nelle giunte locali, come avvenuto a Bolzano dal 1995, a Laives dal 2000 ed a Bressanone da quest’anno. Anche a Merano i Verdi erano in trattativa fino all’altro giorno, ma hanno avuto la “sfrontatezza”, dal punto di vista SVP, di rivendicare un assessorato in giunta per un/a sudtirolese. La SVP e’ disponibile a governare con chiunque – generalmente col Centrosinistra, ma a Bronzolo e Brunico da anni governa col Centrodestra senza problemi ideologici -, ma non accetta che altri partiti di giunta siano rappresentati da persone di lingua tedesca. Anche per questo gli altoatesini Verdi sono sempre pronti ad entrare in maggioranza, mentre i sudtirolesi Verdi no, come e’ accaduto a Bressanone.

Perche’ essendo l’SVP un “partito pigliatutto”, che comprende posizioni politiche che vanno dalla destra nazionalista e razzista alla sinistra socialdemocratica, passando per i liberal berlusconiani ed i numerosissimi e maggioritari centristi lobbysti conservatori, e’ sufficiente mettere in luce solamente uno dei molteplici aspetti della sua politica e della sua rappresentanza per motivare logicamente solide alleanze “senza se e senza ma” o coerenti opposizioni “dure & pure”. Dipende dalla distanza/vicinanza dal/al potere. O dalla voglia di entrarci.

I moralisti della politica ora si strapperanno le vesti, facendo notare che l’SVP ha vinto il ballottaggio a Merano tre settimane fa con il Centrosinistra ma ora governa col Centrodestra, ma l’obmann locale SVP Gogele ha cinicamente e realisticamente fatto notare che il programma di coalizione firmato dall’SVP e dal Centrodestra e’ esattamente quello che era stato stilato dall’SVP insieme al Centrosinistra la scorsa settimana.

Come dire: “E’ la politica, bellezza!”, che ha sostituito la bellezza della politica.

Bolzano, 22 giugno 2010.

Giorgio Delle Donne

1 Editoriale pubblicato sull’«Alto Adige» il 23 giugno 2010.