Compensi & competenze

 

Compensi & competenze1

Recentemente si é risollevata una vecchia polemica sui compensi di Durnwalder e sulle nuove competenze provinciali richieste dall’SVP.

Qualcuno ha fatto notare che Durnwalder guadagna piu’ di Obama ed il localboss dell’autonomia ha fatto spallucce, ricordando che lui lavora 15 ore al giorno, gestisce un budget di centinaia di milioni di €uro e che senz’altro si merita tutti i soldi che riceve.

La questione era stata sollevata anche nel 2008, ed i dati dell’epoca davano un compenso mensile lordo per il presidente americano Obama di 24.167 €uro, per Berlusconi 16.000, per Sarkozy 6.600 e per Putin 4.860. Il presidente della Giunta provinciale Durnwalder ne riceveva 25.600 (saliti a 27.282 nel 2010) e la vicepresidente del decennio 1998-2008 Gnecchi 24.300 (saliti a 25.846 nel 2010 per il suo successore). Nel 2003 avevano denunciato rispettivamente 302.420 €uro lordi, e 214.000; nel 2006 324.000 e 242.000.

Ma la differenza tra i due non teneva evidentemente conto del fattore-preferenze e dell’effettivo incarico svolto: mentre Durnwalder aveva ottenuto nelle elezioni provinciali del 2003 110.051 preferenze, risultando il piu’ votato dei 35 consiglieri provinciali, e percepiva quindi un’indennita’ di 0,23 €uro lordi ogni mese per ogni preferenza, la Gnecchi ne aveva ottenute 4.705, risultando al 32° e quartultimo posto, e percepiva quindi 5,16 €uro lordi ogni mese per ogni preferenza. Inoltre il vicepresidente italiano della giunta provinciale potrebbe presiedere la giunta solamente in caso di morte improvvisa e congiunta del presidente tedesco e del vicepresidente tedesco, e se cio’ avvenisse di martedi’ li rimpiazzerebbero fortunatamente in tempo per evitare che possa presiedere la riunione di giunta del lunedi’ successivo.

Ed agli assessori provinciali italiani non va peggio: Bizzo, subentrato nel 2010 alla Repetto, che era stata eletta nel 2008 con 1.939 preferenze, primo dei non eletti con 1.881 preferenze, riceve un’indennita’ mensile di 24.410 €uro, pari a 12,97 per ogni sudatissima preferenza.

Ma oltre al rapporto preferenze/indennita’ risulta evidente che i vicepresidenti ed assessori italiani non hanno competenze significative, e quindi il rapporto tra indennita’ e responsabilita’ e’ ancora piu’ squilibrato.

Quindi i politici piu’ pagati al mondo, se rapportati alle preferenze ed alle reali competenze, sono gli italiani cooptati in giunta da Durnwalder, non “il povero” Durnwalder!

Certamente il fatto di scegliere come interlocutori di giunta le persone meno votate del gruppo linguistico italiano mette ancora piu’ in luce le innegabili capacita’ del boss, che confrontandosi con persone simili pensa di essere un personaggio della serie di spot televisivi “Ti piace vincere facile?”, la pubblicita’ del “Gratta e vinci” dove, allargando il campo della ripresa, si vede che la sfida avviene tra persone e gruppi che non possono nemmeno lontanamente essere paragonabili in termini di rapporti di forza.

La stessa immagine la si potrebbe utilizzare anche nel rapporto SVP/partiti italiani ed SVP/Stato italiano, e non crea sicuramente problemi nei termini dell’evidente efficienza amministrativa, ma innegabilmente pone dei problemi in termini di democrazia, correttezza ed equilibrio dei poteri e coinvolgimento del gruppo localmente minoritario.

Anche le recenti richieste di ulteriori competenze, portate avanti insieme all’ex nemico-vinto-ora-alleato trentino, sembrano andare in questa direzione, con estenuanti richieste portate avanti fino all’inevitabile vittoria, ma una RAI provincializzata ed una Corte dei Conti addomesticata, in nome dell’autonomia, della convivenza e dell’efficienza, sono elementi che non vanno nella direzione della trasformazione dell’autonomia etnica in autonomia territoriale e progressiva.

Pensiamo al Consiglio di amministrazione della LUB che, condannato dalla Corte dei Conti a rimborsare centinaia di migliaia di €uro delle spese per dei viaggi pressoche’ inutili e costosissimi, ha fatto spallucce ricordando di avere stipulato una polizza assicurativa per questo rischio. Con una Corte dei Conti dalle competenze dimezzate dalla richiesta dell’SVP di organizzare autonomamente i controlli per le strutture di servizio alla Provincia (dalla LUB alla SEL, alla EURAC, ecc.), potrebbe anche risparmiare i costi della polizza assicurativa.

Ma la LUB e’ anche sotto l’occhio vigile dei Verdi, che denunciano giustamente dei criteri di affidamento degli incarichi non sempre chiari, che portano spesso intellettuali e politici dai curricola insignificanti ma dalla collocazione politica filogovernativa in cattedre ben remunerate. Mi scuso dei riferimenti personali, ma mi e’ capitato di vedermi collocato, nel 2008, al secondo posto in una graduatoria dietro una persona di quelle con le caratteristiche sopra esposte. Consultato un buon legale – non il sindacato scuola locale al quale sono iscritto da oltre trent’anni, evidentemente coinvolto nella gestione del potere e nel sottogoverno locale -, ho fatto un ricorso al TAR, contestando la graduatoria per 5 punti, tutti riconosciuti da una sentenza che mi ha dato pienamente ragione ed ha condannato la LUB anche al pagamento delle mie spese legali. Ironia della sorte, sia la persona contro la quale ho fatto il ricorso, sia il docente universitario della commissione che lo aveva collocato immeritatamente al primo posto, sono esponenti dei Verdi.

Parlando del TAR risulta oltremodo strano che i giudici che dovrebbero verificare la correttezza amministrativa degli enti locali siano di nomina politica, da parte del Consiglio provinciale. Anche se non mancano elementi di chiara critica da parte degli stessi giudici, come quella formulata nella relazione annuale del 2009, nella quale l’allora presidente uscente faceva notare l’innaturale proliferazione di norme locali nel settore urbanistico, evidentemente motivate dalla necessita’ di accontentare tutte le richieste dei vari gruppi di interesse.

Nella scuola la provincializzazione ha sicuramente risolto alcuni problemi, ma ne ha creati altri. Una volta i funzionari dell’Intendenza scolastica tedesca dovevano limitarsi a tradurre in tedesco le circolari emanate dal Ministero; ora i funzionari dell’ex Sovrintendenza, immediatamente declassata ad Intendenza scolastica italiana, spesso devono limitarsi a tradurre in italiano circolari pensate e scritte in tedesco, invertendo quindi la situazione ma senza risolverla, passando da un centralismo statale italiano ad un centralismo provinciale tedesco. La riforma Gelmini prevede l’insegnamento in lingua straniera di una materia dei licei, praticamente l’”insegnamento veicolare” richiesto da vent’anni dalle scuole italiane dell’Alto Adige e negato dal Partito/Provincia in nome di un’interpretazione assurda dell’articolo 19 dello Statuto, che garantiva il diritto all’insegnamento nella madrelingua, ma sicuramente non negava il diritto di decidere autonomamente forme di sperimentazione. Un’autonomia scolastica negata in nome dell’autonomia etnica.

E l’elenco potrebbe continuare, con competenze richieste dal Partito/Provincia allo Stato in nome del decentramento e della difesa delle minoranze e negate agli altri una volta ottenute in nome dell’efficienza amministrativa o degli schiaccianti rapporti di forza etnici e politici.

Ora questo sistema e’ visto come il paradiso dei cattolici o il comunismo sovietico per gli scomparsi comunisti da parte dei leghisti, i quali, nemmeno nelle proposte piu’ radicali, si sognano di richiedere quanto ottenuto in questa provincia da questo partito, anche perche’ ogni loro richiesta viene sprezzantemente criticata dai partiti del Centrosinistra nazionale come egoista, antidemocratica, razzista ed etnofederalista, mentre qui la stessa area politica accusa sistematicamente di antiautonomismo, nazionalismo ed anche di fascismo chi critica la situazione locale, facendo discorsi che venti-trent’anni fa facevano le stesse persone e le stesse forze politiche che ora stanno in giunta comunale e provinciale.

E la storia che si ripete, come tragedia o come farsa.

Bolzano, 23 marzo 2010.

Giorgio Delle Donne

1 Editoriale pubblicato sull’«Alto Adige» il 24 marzo 2010.