Alpenverein

La legge & l’inganno1

Per godere delle agevolazioni fiscali e della riduzione dell’aliquota IVA in caso di ristrutturazioni edilizie la legge prevede un iter burocratico kafkiano, ma alla fine lo sforzo notevole viene compensato dal risparmio. Il manuale dell’Agenzia delle entrate, da sempre al servizio del cittadino, forse rendendosi conto che il linguaggio della norma non e’ dei piu’ comprensibili, fa un esempio: “Costo totale della prestazione 10.000 €., di cui 4.000 per la prestazione lavorativa ad IVA agevolata e 6.000 per l’acquisto dei beni significativi (ad esempio: rubinetteria e sanitari). Su questi 6.000 l’IVA agevolata si applica solamente su un importo pari a quello della prestazione lavorativa, mentre sulla parte eccedente l’IVA si applica nella misura ordinaria.” Ma qualunque idraulico dalle innate caratteristiche italiche dell’arte di arrangiarsi e fare fesso lo Stato (ed il cliente) ti dice subito, al momento della presentazione del preventivo, che e’ possibile aumentare la quota della fattura relativa alla manodopera e ridurre la quota relativa all’acquisto dei beni, per poter usufruire dell’IVA ridotta su un importo maggiore o su tutto l’importo.

Da sempre il contatto tra le popolazioni porta a scambi anche nel settore culturale, ed evidentemente la non voluta annessione dell’Alto Adige-Suedtirol al Regno d’Italia ha avuto le sue conseguenze anche nel settore dell’evasione fiscale, nella quale gli italiani sono sicuramente maestri, ma i sudtirolesi ottimi allievi. Tutti sanno, ad esempio, che molti albergatori sudtirolesi effettuano delle sottofatturazioni delle prestazioni svolte, accordandosi con la clientela germanica che, in cambio di uno sconto, accetta la fattura dall’importo nettamente inferiore a quanto realmente pagato e versa una quota in nero sui conti correnti esteri degli albergatori, che in questo modo possono continuare a godere di sovvenzioni, evitare spiacevoli sorprese in caso di applicazione del redditometro al quale sono comunque alquanto riottosi, ed evitare l’inutile lavoro di esportare fondi neri all’estero, per il semplice fatto che i fondi neri si accumulano direttamente all’estero.

Evidentemente il genio dell’idraulico italico dev’essersi introdotto anche nelle menti teutoniche degli esponenti dell’Alpenverein Suedtirols che, incaricata dall’Autonome Provinz Bozen di realizzare la mappatura digitale del territorio sudtirolese rispettando la legge vigente – che prevede per ora l’obbligo del bilinguismo nella toponomastica – con il modico finanziamento di 4.800.000 €., ha pensato di ragionare come l’idraulico sovrafatturando un progetto, realizzato rispettando la legge per ora vigente, per finanziarne un altro, realizzato anticipando la legge da anni caldeggiata dall’SVP e non ancora vigente, che prevede l’eliminazione quasi totale della toponomastica italiana. A chi da anni ha fatto notare la situazione il Landeshauptmann ha sempre risposto che l’Autonome Provinz Bozen ha dato all’Alpenverein l’incarico di realizzare la mappatura del territorio, rispettando il criterio del bilinguismo, mentre il progetto della sostituzione della segnaletica dei sentieri e’ una iniziativa autonoma dell’Alpenverein, nella quale l’Autonome Provinz Bozen non puo’ interferire per rispetto dell’autonomia gestionale dell’ente finanziato, cosi’ come non puo’ mettere in discussione le sovvenzioni che alcuni comuni hanno dato all’AVS per lo stesso progetto direttamente o tramite le aziende turistiche locali, pur esistendo ancora l’obbligo della vigilanza da parte della Provincia sulle delibere comunali.

Del resto e’ sempre fastidioso subire controlli. Fino al 2001 ad esempio le leggi provinciali dovevano essere vistate dal Commissario del Governo ed approvate dal Governo. Ma con la riforma costituzionale, in nome del federalismo, tutto cio’ non e’ piu’ necessario. Le ultime due leggi provinciali respinte dal governo nel 2001, quello di centrosinistra, erano quella relativa all’immissione in ruolo, all’inizio del 21° secolo, di insegnanti privi di titolo di studio “perche’ il fascismo ha chiuso le scuole della minoranza sudtirolese” – 80 anni prima! -, e quella relativa all’istituzione della Commissione di controllo sull’emittenza radiotelevisiva, che normalmente viene istituita presso i consigli regionali e provinciali, lasciando spazio quindi anche alle minoranze politiche, mentre nel reame sudtirolese e’ stata istituita presso la Giunta provinciale, formata allora esclusivamente dai quattro partiti di maggioranza, il piu’ votato dai sudtirolesi ed i tre meno votati dagli altoatesini. Dopo la riforma costituzionale il Consiglio provinciale ha riapprovato senza alcuna modifica le leggi precedentemente bocciate dal Governo, in nome dell’autonomia e della difesa delle minoranze.

Ed ora, oltre ad avere raggiunto il giusto obiettivo di una giustizia bilingue, l’ultima richiesta e’ di una giustizia contabile provincializzata o di una piena autonomia di controllo degli enti di gestione dei servizi provincializzati e delle istituzioni finanziate prevalentemente dalla Provincia. Giusto per fare un esempio, il C.d’A. della LUB, recentemente condannato per delle spese considerate esorbitanti ed immotivate dalla Corte dei Conti, ma prudentemente assicurato nel merito delle responsabilita’ civili, nel caso passasse la richiesta dell’SVP sarebbe stato controllato e controllabile solamente da funzionari provinciali, appartenenti cioe’ alla stessa amministrazione, allo stesso gruppo etnico ed allo stesso partito politico che li ha nominati.

E’ il genio dell’idraulico italiano che evidentemente ha fatto scuola!

Bolzano, 9 aprile 2010.

Giorgio Delle Donne

1 Editoriale pubblicato sull’«Alto Adige» il 10 aprile 2010.