The definitive collection of Giorgio Delle Donne

 

The definitive collection of Giorgio Delle Donne

Raccolta completa degli editoriali di fine anno pubblicati sull’«Alto Adige»,

a commento dei principali avvenimenti politici dell’anno,

con riferimento a canzoni di successo:

2000: Caro amico ti scrivo1 Lucio Dalla

2001: Canzone dei dodici mesi2 Francesco Guccini

2002: Suedtirol 20303 Articolo 31

2003: Inno del Centrosinistra stanco4 Orietta Berti

2004: Eravamo quattro amici al bar5 Gino Paoli

2005: I bambini fanno “ooh!”6 Giuseppe Povia

pubblicata in:

www.nautilus-bz.it

Caro amico ti scrivo7

Caro amico Ti scrivo, cosi’ mi distraggo un po’, e siccome sei molto lontano, sul giornale Ti scrivero’.

Da quando sei partito ci sono molte novita’: l’anno vecchio e’ finito ormai, ma qualcosa ancora qui non va.

Garantite giustamente le minoranze nazionali, non si riesce, perche’ non si vuole, trasformare questa autonomia etnica in uno strumento territoriale di gestione delle competenze e delle risorse, ribadendo solamente la logica dei rapporti di forza etnico-numerici dell’ambito locale.

Si esce poco la sera, compreso quando e’ festa, e c’e’ chi ha messo dei sacchi di sabbia vicino alla finestra.

Nessuno si definisce razzista, ma in questa regione non sono riusciti ad integrarsi bene nemmeno i regnicoli (gli italiani originari delle “vecchie province del regno”), figurarsi gli extracomunitari.

Per timore di perdere le prebende autonomistiche la classe politica trentina non riesce a far niente di meglio che scimmiottare i sudtirolesi, favorendo la (ri)costituzione di tutto cio’ che ricorda il vecchio, amato Tirolo, con mostre storiche, compagnie degli Schuetzen, stili politici, salvo poi ricordare, in occasione della visita di Ciampi, i 600.000 morti della Grande Guerra, De Gasperi e Battisti, il quale, ben conoscendo i suoi conterranei, auspicava un “bagno di italianita’” per il Trentino in caso di annessione al regno d’Italia e scriveva alla moglie: “Se vivro’ mi lapideranno, se moriro’ mi faranno una lapide”.

E si sta senza parlare per intere settimane, e a quelli che hanno niente da dire del tempo ne rimane.

Pensa ad esempio alla rappresentanza italiana nella giunta provinciale di Bolzano.

Pensa al Consiglio provinciale di Bolzano, dove l’SVP ha 22 consiglieri su 35 ed intende modificare il regolamento consigliare per non perdere nemmeno il tempo di ascoltare l’opposizione.

Ma la televisione ha detto che il nuovo anno portera’ una trasformazione e tutti quanti stiamo gia’ aspettando.

Nel settore della televisione prima o poi passera’ il progetto SVP di dividere anche il TG3, uno dei pochi elementi che hanno ancora un carattere regionale; contemporaneamente il governo italiano ha approvato il finanziamento da parte dell’Autonome Provinz Bozen del TG pantirolese, suscitando ancora una volta l’invidia dei trentini, che non possono mica consorziarsi coi lombardi o con i veneti, abituati a dare allo Stato molto piu’ di quello che lo Stato spende nelle loro regioni/Regioni. Nell’epoca della globalizzazione e della new economy la Provinz de Trent sta cercando di boicottare la decisione dei soci di una cassa rurale periferica trentina di vendere le proprie quote ad una cassa rurale periferica bresciana.

Sara’ tre volte Natale e festa tutto il giorno. Ogni Cristo scendera’ dalla croce e anche gli uccelli faranno ritorno.

Anche la neoclonata Cogo potra’ inventarsi qualcosa per dimostrare che la Regione non e’ un ente inutile ne’ tanto meno un cimitero degli elefanti politici che elargiscono pensioni integrative; che i sei mesi per replicarsi non sono stati spesi invano; che Atz ha trovato un carrozziere onesto e ha scoperto che e’ sempre meglio lasciare un po’ di spazio anche alle capre, perche’ cosi’ non fanno piu’ l’opposizione e non fanno ancora i governanti, pardon, politically correct, le governanti.

Ci sara’ da mangiare e luce tutto l’anno; anche i muti potranno parlare, mentre i sordi gia’ lo fanno.

Pensa ad esempio alla rappresentanza altoatesina dell’Ulivo, che parla a degli interlocutori che ascoltano solamente l’SVP, che pure e’ un partito con delle caratteristiche che lo rendono piu’ simile ed organico al Polo che all’Ulivo.

Pensa agli elettori dell’Ulivo e del Polo dell’Alto Adige che vedranno imporsi, ancora una volta, dei candidati-UFO.

E si fara’ l’amore ognuno come gli va; anche i preti potranno sposarsi, ma soltanto ad una certa eta’.

Anche chi non si sente parte dei gruppi statutariamente riconosciuti, o fa finta di farne parte aderendovi o assimilandosi, potra’ dichiararsi al prossimo censimento per quello che realmente si sente di essere, rivendicando il diritto di esistere, di avere un sistema scolastico appropriato alla propria situazione e alle richieste del mondo reale, che e’ sempre piu’ diverso dalla situazione kafkiana politicamente realizzata in questa terra.

E senza grandi disturbi qualcuno sparira’; saranno forse i troppo furbi e i cretini di ogni eta’.

Anche se, solitamente, sono sempre i migliori che se ne vanno.

O forse saranno le vittime dei Lager ed i partigiani in caso di vittoria della linea culturale di Storace del Polo?

Vedi caro amico cosa Ti scrivo e Ti dico, e come sono contento di essere qui in questo momento.

Vedi caro amico cosa si deve inventare per poter riderci sopra, per continuare a sperare.

E se quest’anno poi passasse in un istante, vedi amico mio come diventa importante che in quest’istante ci sia anch’io.

L’anno che sta arrivando tra un anno passera’. Io mi sto preparando, e’ questa la novita’.

Dalla, sempre.

(Non e’ solamente il nome del cantautore, puo’ essere anche un consiglio)

Bolzano, 29 dicembre 2000.

Giorgio Delle Donne

Canzone dei dodici mesi8

Viene gennaio silenzioso e lieve, un fiume addormentato fra le cui rive giace il mio corpo malato.

L’anno che si chiude e’ iniziato politicamente alla fine del 2000, con lo sciopero della fame contro il censimento.

Viene febbraio, e il mondo e’ a capo chino, ma nei conviti e in piazza lascia i dolori e vesti da Arlecchino, il carnevale impazza.

A consolare i digiunanti e’ arrivato con l’auto blu il sottosegretario Bressa, dimostrando un grande interesse anche per le condizioni di salute dell’autonomia, invitando i digiunanti a mettersi a tavola e invitando chi si lamenta sempre dell’uso autoritario e paranoicamente etnico dell’autonomia di mettersi intorno ad un tavolo.

Cantando marzo porta le sue piogge, la nebbia squarcia il velo, porta la neve sciolta nelle rogge il riso del disgelo.

Visto che qui al paese gli italici autonomisti/ci non sono ancora riusciti ad esprimere una classe dirigente autorevole, l’SVP e gli esponenti del centrosinistra trentino hanno scelto i candidati anche per gli altoatesini.

Con giorni lunghi al sonno dedicati il dolce aprile viene, quali segreti scopri’ in te il poeta che ti chiamo’ crudele.

Con un accordo di doppia desistenza spacciato per patto politico per lo sviluppo dell’autonomia nelle due sole circoscrizioni elettorali sudtirolesi dove gli altoatesini possono eleggere dei candidati l’SVP ed il centrosinistra trentino, pronto a ribellarsi con Roma quando questa gli impone Mattarella come candidato paracadutato, hanno scelto i due candidati.

Ben venga maggio e il gonfalone amico, ben venga primavera, il nuovo amore getti via l’antico nell’ombra della sera.

I due candidati SVP/Centro”sinistra” hanno preso la minoranza dei voti degli altoatesini e la maggior parte dei voti dei sudtirolesi, mentre i candidati del Centrodestra hanno preso la maggior parte dei voti degli altoatesini e pochissimi voti dei sudtirolesi, i quali, se vogliono votare a destra, ma anche a sinistra, possono farlo benissimo votando per l’SVP

Giugno che sei maturita’ dell’anno, di te ringrazio Dio, in un tuo giorno, sotto al sole caldo, ci sono nato io.

Ad urne aperte, visto il successo nazionale del Polo, che nelle regioni del nord vede l’SVP come un modello da imitare e raggiungere, l’SVP ha detto che i loro deputati non vanno conteggiati con quelli dell’Ulivo: solamente i voti e gli elettori possono essere confusi.

Con giorni lunghi di colori chiari ecco luglio, il Leone, riposa e bevi e il mondo attorno appare come in una visione.

In luglio e’ arrivato Ciampi, a ricordare che l’amore per la propria citta’ e per la propria provincia non deve necessariamente essere incompatibile con il rispetto per lo Stato in cui si vive o per l’Europa, e che la difesa dell’identita’ etnica non deve portare a forme di separatismo. Tutti i politici indigeni gli hanno dato ragione, sperando che partisse subito.

Non si lavora, agosto, nelle stanche tue lunghe, oziose ore, mai come adesso e’ bello inebriarsi di vino e di calore.

In agosto sono venuti in ferie, dopo il viaggio di giugno non ben organizzato, alcuni esponenti del Polo, che hanno detto: “Cambieremo il censimento, difenderemo la toponomastica bilingue e faremo anche le scuole bilingui”. Alcuni politici indigeni hanno dato loro ragione, sperando che partissero subito.

Settembre e’ il mese del ripensamento sugli anni e sull’eta’, dopo l’estate porta il dono usato della perplessita’.

In settembre il Paro’n del maso ha compiuto 60 anni. Le celebrazioni, soprattutto quelle teletrasmesse, costituiscono una vera chicca per gli amanti del kitsch.

Non so se tutti hanno capito ottobre la tua grande bellezza, nei tini grassi come pance piene prepari mosto e ebbrezza.

Nonostante le promesse di Bressa e di Frattini il censimento si e’ svolto esattamente come dieci anno or sono, facendo finta che non ci siano bambini bilingui, extracomunitari, il diritto alla privacy, l’Europa ed altre cosette di questo tipo.

Cala novembre e le inquietanti nebbie gravi coprono gli orti lungo i giardini consacrati al pianto si festeggiano i morti.

Il Centrosinistra bolzanino decide di cambiare il nome della piazza principale della “parte italiana” della citta’, “in nome della convivenza e per spirito di servizio”, anche per onorare degli impegni assunti 30 anni or sono con l’SVP che, non essendo un partito all’italiana, ha una buona memoria ed una qual certa insistenza. L’SVP ripaga sempre gli alleati fedeli, e a Bressanone gli paga anche gli arretrati.

E mi addormento come in un letargo dicembre, alle tue porte, lungo i tuoi giorni con la mente spargo tristi semi di morte.

In dicembre ancora una volta i trentini ci hanno consolato. Quando uno e’ esasperato dalla politica etnocentrica altoatesina, dove i politici del centrosinistra sono cosi’ assolutamente inutili e quelli del centrodestra sono cosi’ assolutamente dannosi, e’ consolante guardare cosa succede nel Consiglio provinciale trentino e nel Consiglio regionale e dire: “Non lamentiamoci troppo, guarda cosa succede giu’ per l’Italia!”

O giorni, o mesi, che andate sempre via; sempre simile a voi e’ questa vita mia; diverso tutti gli anni, ma tutti gli anni uguale, la mano di tarocchi che non sai mai giocare.

(Guccini, Canzone dei dodici mesi)

Bolzano, 25 dicembre 2001.

Giorgio Delle Donne

Suedtirol 20309

Roma 28 Febbraio 2035 ore 18, archivio Nucleo Operativo Comitato Censura Audio, sequestro n 61.440.031, brano di contenuto sovversivo n 2.354.779, provenienza Milano blocco Venier, Baraccopoli smantellati, autori processati e condannati a riprogrammazione neuronica, in data 5 Agosto 2031, mix completo.

Corre l’anno 2030, e mi ritrovo che di anni quasi ne ho 60, il mio pizzetto e’ grigio, e di capelli sono senza e Ambra e’ il primo presidente donna. Uhuu !! Il cielo quasi non si vede piu’, si esce con la maschera antigas, sull’autobus c’e’ la business class, e per entrare in chiesa, uhuu, ci vuole il pass. Ormai si parla solo tramite Internet, e il parlamento c’ ha la sede ad Hammamet, ci si spara nella metropolitana, fra Nord e Sud c’e’ la dogana, pero’ tutti si veste Dolce & Gabbana. E la mia mente indietro vola, veloce fila a prima del 2000, tanti anni fa, quando si era in tempo, adesso no, e oltre ai contro c’erano i pro… percio’… ohh… Tanta nostalgia degli anni ’90, quando il mondo era l’arca e noi eravamo Noe’, era difficile, ma possibile, non si sapeva dove e come, ma si sapeva ancora perche’. C’era chi aveva voglia, c’era chi stava insieme, c’era chi amava ancora nonostante il male, la musica, c’era la musica, ricordo, la musica, la musica, c’era la musica, la musica.

E mi ricordo, alla fine degli anni Novanta, quando il leader del centrodestra trentino, Andreotti, in occasione delle celebrazioni per il 50° anniversario del primo Statuto di autonomia disse: “Giornata storica per l’autonomia. Abbiamo avuto la conferma dell’ancoraggio internazionale dell’autonomia del Trentino”.

E mi ricordo, pochi anni dopo, quando alcuni esponenti del centrosinistra trentino hanno votato, insieme all’SVP, la legge del razzista Bossi sulla devolution, e quando, al congresso della Margherita trentina, riferendosi alle argomentazioni dell’ex ambasciatore Romano, il senatore Betta disse: “Difenderemo la nostra autonomia anche chiedendo l’intervento di Vienna”.

E mi ricordo, pochi giorni dopo, quando il Consiglio regionale ha approvato la proposta SVP sulla denominazione della Regione, uno degli ultimi e piu’ ricchi e piu’ inutili enti locali, che in italiano suona “Trentino-Alto Adige/Suedtirol” ed in tedesco “Trentino-Suedtirol”, perche’ a volte i nomi non rappresentano le cose, ma sono le cose.

Siamo nell’anno 2030, loro controllano televisione e radio, c’e’ un comitato di censura audio, valutano, decidono, quello che si, quello che no, ci danno musica innocua, dopo il collaudo, ci danno San Remo, presenta ancora Baudo, con i fiori e la scenografia spettacolare, quest’anno ha vinto Bossi che e’ tornato a cantare, corre l’anno 2030, l’Italia ha venduto il Colosseo alla Francia, Venezia affonda, 2030 e un giorno si e uno si scoppia una bomba, 2030 e stiamo senza aria, ma odio ce ne abbiamo in abbondanza, prima divisero Nord e Sud, poi citta’ e citta’, e, pensa, adesso ognuno e’ chiuso nella propria stanza, l’intolleranza danza, non c’e’ speranza, oh… Tanta nostalgia degli anni ’90, quando il mondo era l’arca e noi eravamo Noe’, era difficile, ma possibile, non si sapeva dove e come, ma si sapeva ancora perche’. C’era chi aveva voglia, c’era chi stava insieme, c’era chi amava ancora nonostante il male, la musica, c’era la musica, ricordo, la musica, la musica, c’era la musica, la musica.

Ora, nel 2030, i leader dei trentini, dei sudtirolesi e degli altoatesini si chiamano Azim, Mohammed e Ali’, sempre li’ a discutere sulla necessita’ di difendere la sacra identita’ nazionale, contro le contaminazioni.

E mi ricordo quando, alla fine del secolo scorso, i leader dei trentini, dei sudtirolesi e degli altoatesini si chiamavano Kessler, Magnago e Holzmann.

E mi ricordo di quando la Provincia ha iniziato ad espandere le competenze e poi anche i confini. Prima l’SVP ha rivendicato anche la nomina del vescovo: “E’ un uomo importante del Sudtirolo, perche’ devono nominarlo giu’ a Roma?” E i trentini del “centrodestra-centrocentro-centrosinistra” e i veneti ed i lumbard tutti insieme ad invidiare il modello sudtirolese etnicamente ed antidemocraticamente superefficiente ed a cercare di imitarlo.

Poi si sono annessi l’Ampezzano e Livinallongo, dove la lobby degli albergatori ha scoperto che in Sudtirolo gli albergatori ricevono il 70% di contributi a fondo perduto per la ristrutturazione e l’arredamento degli alberghi, e si sono ricordati delle comuni origini storiche tirolesi. Poi si sono annessi la valle di Non, dove la lobby dei contadini ha scoperto che in Sudtirolo i contadini ricevono tanti di quei contributi da avere la necessita’ di ricorrere alla consulenza di associazioni di categoria per meglio coordinarli, e si sono ricordati delle comuni origini etniche ladine.

Nel frattempo i commercianti dei Portici di Bolzano, che per cinquecento anni sono stati la lobby piu’ potente della Provincia-provincia, impedendo l’apertura dei maxistore ed anche la presenza dei venditori ambulanti di fiori, “in nome del libero mercato e della libera concorrenza”, visto che oramai tutti si sono trasformati ed aggregati in lobby, si sono trasformati in una setta religiosa.

Questo e’ l’anno 2030 qui chi pensa e’ in minoranza, ma non ha importanza non serve piu’, uhuu, 2030 l’indifferenza e’ una virtu’ i cyber-nazi fanno uno show in TV, i liberatori picchiano barboni in nome di Gesu’, uhuu, l’inno nazionale suona tipo marcia funebre, il sesso virtuale e’ piu’ salubre in quanto che c’e’ un virus che si prende tramite il sudore, e in 90 ore si muore, l’HIV in confronto sembra un raffreddore, e’ un esperimento bellico sfuggito e il risultato e’ che nessuno fa l’amore. E io sono fuorilegge in quanto di questo parlo, in quanto penso a quando questo potevamo anche fermarlo adesso e’ tardi, per un poeta pirata che spera i bei ricordi e ha… Tanta nostalgia degli anni ’90, quando il mondo era l’arca e noi eravamo Noe’, era difficile, ma possibile, non si sapeva dove e come, ma si sapeva ancora perche’. C’era chi aveva voglia, c’era chi stava insieme, c’era chi amava ancora nonostante il male, la musica, c’era la musica, ricordo, la musica, la musica, c’era la musica, la musica. Tanta nostalgia degli anni ’90, quando il mondo era l’arca e noi eravamo Noe’, era difficile, ma possibile, non si sapeva dove e come, ma si sapeva ancora perche’. C’era chi aveva voglia, c’era chi stava insieme, c’era chi amava ancora nonostante il male, la musica, c’era la musica, ricordo, la musica, la musica, c’era la musica, la musica…

E mi viene la nostalgia degli anni Novanta, non quelli del Novecento ma quelli dell’Ottocento, quando essere di sinistra o di destra aveva ancora un significato profondo e non era un’etichetta facilmente rimovibile, di quelle che non indicano la composizione del contenuto o fanno riferimento a sigle incomprensibili.

Quando si sperava che la ragione umana avrebbe potuto superare i “sacri egoismi nazionali” per costruire un mondo migliore.

Quando Karl Renner affermava: “E’ il principio di personalita’ e non il principio territoriale che deve servire di fondamento alla norma giuridica, e le nazioni vanno costruite non come corporazioni territoriali, ma come associazioni di persone, non come Stati, ma come popoli, non in nome di leggendari diritti di Stato, ma del diritto reale del popolo” (1899).

E mi viene la nostalgia degli anni Novanta, non quelli del Novecento ma quelli del Settecento, quando la Dichiarazione dei diritti dell’uomo del 1789 affermava:

“Art. 1: Gli uomini nascono e vivono liberi e uguali nei diritti. Le distinzioni sociali non possono essere fondate che sull’utilita’ comune.”

Principi ribaditi dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani del 1948:

“Art. 1: Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignita’ e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza.

Art. 2: Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le liberta’ enunciate nella presente Dichiarazione, senza distinzione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione. Nessuna distinzione sara’ inoltre stabilita sulla base dello statuto politico, giuridico o internazionale del paese o del territorio cui una persona appartiene, sia indipendente, o sottoposto ad amministrazione fiduciaria o non autonomo, o soggetto a qualsiasi limitazione di sovranita’.”

Cose dei secoli scorsi, quando l’ethnos, il sangue ed il suolo sembravano nulla di fronte al coraggio ed alla ricchezza delle utopie politiche.

Cose dei secoli scorsi, quando c’era la musica.

(“2030” e’ una canzone del gruppo hip hop Articolo 31 contenuta nel CD “Cosi’ com’e'”del 1996.

Ringrazio Tobias Delle Donne per la consulenza discografica e generazionale)

Bolzano, 25 dicembre 2002.

Giorgio Delle Donne

Inno del Centrosinistra stanco10

Come tradizione, anche questa volta provo a fare una sintesi dell’anno trascorso utilizzando una canzone famosa. Di solito cerco di farne una parodia, ma questa volta vorrei limitarmi a proporre il testo di una canzone che e’ stata un simbolo del disimpegno dei primi anni Settanta.

Le tradizioni e i simboli sono importanti, perche’ permettono anche ai pigri di costruirsi riferimenti identitari. Eric Hobsbawm ci ha spiegato che spesso le tradizioni nazionali, apparentemente millenarie, sono state inventate nel 18° e 19° secolo, ma le nazionalizzazioni delle masse si sono basate anche su questo, e Gorge Mosse ci ha spiegato che anche il nascente movimento operaio socialista e comunista tardo-ottocentesco ha utilizzato inni, bandiere, feste per creare forti sentimenti identitari.

Il Centrosinistra locale, sempre meno votato e progettuale, e’ arrivato ai massimi livelli istituzionali e ai minimi risultati elettorali. Prossimamente l’SVP sara’ costretta alla chiamata degli assessori esterni al Consiglio provinciale pur di avere personaggi di questo tipo in giunta. Ma, come sempre accade, basta avere un po’ di fantasia, capacita’ retorica e faccia tosta per dimostrare che cio’ non e’ assolutamente vero. Prendiamo le dichiarazioni della Gnecchi, ad esempio, che dopo i risultati catastrofici delle elezioni provinciali e’ riuscita a dire che la sinistra nel suo complesso ha avuto un buon successo, considerando il risultato degli Arbeitnehmer. E, dopo che l’SVP l’ha incoronata vicepresidente della giunta provinciale, togliendo agli italici le competenze sui trasporti e l’industria, e’ riuscita a dire con tono trionfante che per la prima volta questa carica veniva conferita ad una persona di sinistra, e anche donna!

Il vicepresidente italiano della giunta provinciale potrebbe presiedere la giunta solamente in caso di morte improvvisa e congiunta del presidente tedesco e del vicepresidente tedesco, e se cio’ avvenisse di martedi’ li rimpiazzerebbero in tempo per evitare che possa presiedere la riunione di giunta del lunedi’ successivo.

La carica evidentemente non porta bene dal punto di vista poltico: negli ultimi vent’anni i vicepresidenti italiani della giunta provinciale sono stati Ferretti e Di Puppo: il primo ha concluso la sua carriera politica portato via da un cellulare della Questura; il secondo ha concluso la sua carriera politica portato via da un insuccesso elettorale che non si era mai visto nel panorama locale da parte di un assessore uscente ricandidato.

L’assessora Gnecchi ha esordito nei suoi discorsi pronunciati per un anno dopo la sua cooptazione in giunta nel 1998 ricordando che il Kapo’ aveva avuto 104.271 preferenze, mentre lei ne aveva avute solamente 2.302, e che non era possibile fare politica in Alto Adige contro la volonta’ del partito che rappresenta il 90% dei sudtirolesi. Un ragionamento fatto onestamente pochi anni prima anche da Romano Viola, un autonomista autistco ma onestico – esattamente l’opposto della Gnecchi, che riuscirebbe a parlare anche con i cadaveri, dicendo loro di trovarli ancora in perfetta salute -, considerato a torto un venduto ai tedeschi dai suoi stessi compagni di partito. Un giorno le ho ricordato pubblicamente e bonariamente che i due leader dei verdi e dei postfascisti avevano avuto, ognuno dei due, la somma delle preferenze che avevano avuto tutti e tre gli assessori italofoni che l’SVP aveva cooptato in giunta. Poi l’ex sindacalista arrabbiata ha iniziato una campagna per farsi definire assessora e non assessore. Mi e’ venuto in mente un bel libro di Lucy Irigaray, psicoanalista femminista militante negli anni Settanta, che ha pubblicato un libro intitolato Parlare non e’ mai neutro, nel quale spiega come la comunicazione sociale spesso riproduce acriticamente stereotipi di genere e d’altro tipo. Questo e’ sicuramente vero, occorre pero’ ricordare che anche stare sempre politicamente zitti non e’ mai neutro.

Ora, con lo stesso stile, la vicepresidenta della giunta provinciale potrebbe ricordare a chi, come me, parla di delegittimazione oramai ventennale degli esponenti italici della giunta provinciale, che il presidente e la vicepresidenta della giunta provinciale hanno complessivamente la bellezza di 114.756 preferenze, giusto la somma delle 110.051 del boss e delle 4.705 sue.

Anche il recente programma politico della giunta provinciale, che dovrebbe costituire un principio-guida della politica locale nei prossimi cinque anni, contiene riferimenti alla rappresentativita’ per le nomine e gli incarichi negli enti pubblici:

“Nei rapporti politici tra i partiti della coalizione occorre affermare un sistema di regole e di comportamenti che eviti tensioni e lacerazioni e che rafforzi il metodo del dialogo fondato sul consenso e la pari dignita’ tra le forze politiche e i gruppi linguistici. I partiti della coalizione concordano nella volonta’ di individuare, per le nomine e gli incarichi in enti pubblici, criteri che tengano conto, sia dei requisiti di professionalita’, competenza, e rappresentativita’ civile anche ai vertici, affinche’ a tutti i gruppi linguistici sia garantito il giusto principio della rappresentanza. In particolare occorre operare concretamente per garantire che all’interno del gruppo linguistico italiano possa radicarsi un ampio e condiviso senso di partecipazione al governo della cosa pubblica.”

E non mancano ovviamente i riferimenti all’identita’ ed alle tradizioni:

“In un mondo progressivamente globalizzato i concetti di Heimat e di identita’ acquistano sempre maggiore significato. L’eredita’ culturale e con essa anche l’identita’ del singolo vanno conservate. Nel contempo, in particolare in una terra con tre gruppi linguistici diversi, va incentivata la comprensione e l’apertura nei confronti di altre culture e degli sviluppi futuri. Heimat e tradizione creano identita’ e costituiscono il presupposto per apertura, generosita’, sicurezza di se stessi e comprensione nell’incontro tra i cittadini e cittadine di altre culture. In materia di toponomastica e’ necessario giungere ad una soluzione accettabile per tutti e tre i gruppi linguistici, tenendo conto della proposta avanzata nella scorsa legislatura dal Presidente della Giunta provinciale e della SVP.”

E allora, in questo nuovo scenario, se la Gnecchi e’ la nuova leader del centrosinistra, e’ necessario trovare a quest’area politica anche un inno adeguato alla (boja d’un mond) leader e alla progettualita’ politica di tutta quest’area. Ecco la mia umile proposta:

Fin che la barca va

“Il grillo disse un giorno alla formica: “Il pane per l’inverno tu ce l’hai, perche’ protesti sempre per il vino, aspetta la vendemmia e ce l’avrai”.

Mi sembra di sentire mio fratello, che aveva un grattacielo nel Peru’, voleva arrivare fino in cielo e il grattacielo adesso non l’ha piu’.

Fin che la barca va, lasciala andare, fin che la barca va, tu non remare, fin che la barca va, stai a guardare.

Quando l’amore viene il campanello suonera’, quando l’amore viene il campanello suonera’.

E tu che vivi sempre sotto il sole, tra file di ginestre e di lilla’, al tuo paese c’e’ chi ti vuol bene, perche’ sogni le donne di citta’.

Mi sembra di vedere mia sorella, che aveva un fidanzato di Cantu’, voleva averne uno anche in Cina e il fidanzato adesso non l’ha piu’.

Fin che la barca va, lasciala andare, fin che la barca va, tu non remare, fin che la barca va, stai a guardare.

Quando l’amore viene il campanello suonera’, quando l’amore viene il campanello suonera’.

Stasera mi e’ suonato il campanello, e’ strano, io l’amore ce l’ho gia’, vorrei aprire in fretta il mio cancello, mi fa morire la curiosita’.

Ma il grillo disse un giorno alla formica: “Il pane per l’inverno tu ce l’hai”, vorrei aprire in fretta il mio cancello, ma quel cancello io non l’apro mai.

Fin che la barca va, lasciala andare, fin che la barca va, tu non remare, fin che la barca va, stai a guardare.

Quando l’amore viene il campanello suonera’, quando l’amore viene il campanello suonera’…”

1970: di M. Panzeri – L. Pilat – F. Arrigoni, cantata all’epoca da Orietta Berti.

2004: Voce solista: Luisa Gnecchi, sullo sfondo, muovendo la bocca senza cantare, DS, Rifondazione e “i movimenti”; saldamente ancorati alla guida della Sasa, gli ex socialisti; la claque e’ formata dai quadri sindacali; in parte, fortunatamente fuori dal coro, in trepida attesa di essere chiamati a farne parte con una voce italiana, i Verdi.

Ma in questa terra fortunatamente caratterizzata dall’abbondanza, vorrei umilmente proporre un’alternativa, anche per rispettare la componente cattolica del Centrosinistra locale.

Lui($) ci ha dato (Non so proprio come far)

Non so proprio come far per ringraziare il mio Signor, ci ha dato i cieli da guardar e tanta gioia dentro il cuor.

Anche se ci ha tolto l’industria?

Lui($) ci ha dato i cieli da guardar, Lui($) ci ha dato la bocca per cantar, Lui($) ci ha dato il mondo per amar, e tanta gioia dentro il cuor (1 volta).

Lui($) s’e’ chinato su di noi ed e’ disceso giu’ da Falzes, per abitare in mezzo a noi e per salvare tutti noi.

Anche se ci ha tolto i trasporti?

Lui($) ci ha dato ? (2 volte).

E quando un di’ con Lui($) sarem, nel suo bel maso abiterem, nella sua casa tutta d’or, con tanta gioia dentro il cuor.

Anche se continuando cosi’ ci lascera’ solamente la scuola e la cultura italiana?

Lui($) ci ha dato ? (3 volte).

Bolzano, 30 dicembre 2003.

Giorgio Delle Donne

Eravamo quattro amici al bar11

Come tradizione, anche quest’anno provo a fare una sintesi storico-politica utilizzando una canzone famosa.

Eravamo quattro amici al bar

Eravamo quattro amici al bar

che volevano cambiare il mondo

destinati a qualche cosa in piu’

che a una donna ed un impiego in banca

si parlava con profondita’ di anarchia e di liberta’

tra un bicchier di coca ed un caffe’

tiravi fuori i tuoi perche’ e proponevi i tuoi faro’.

Eravamo (o erravamo ?) quattro amici al bar

Eravamo tanti: giovani, interetnici, alternativi e di sinistra.

Sognavamo una terra abitata da persone libere di manifestare le proprie culture, non necessariamente etniche, crescendo in una scuola plurilingue ed in una societa’ libera e multiculturale.

La politica dell’SVP ci sembrava rappresentare esattamente l’opposto: proponeva una societa’ divisa etnicamente, con dei gruppi sempre nettamente separati e conseguentemente spesso contrapposti, negando l’esistenza di persone bilingui statutariamente non riconosciute nemmeno al censimento, la possibilita’ di costruire scuole ed associazioni bilingui. Criticavamo l’autonomia esclusivamente etnica e spesso revanchista, l’applicazione esasperante e dilagante della proporzionale, il censimento etnico, la nomina politica dei giudici del Tar ed altre cosette di questo tipo.

Perche’, come insegna l’ermeneutica, i pregiudizi impediscono di leggere oggettivamente la realta’ e dare giudizi sereni.

Eravamo tre amici al bar

uno si e’ impiegato in una banca

si puo’ fare molto pure in tre

mentre gli altri se ne stanno a casa

si parlava in tutta onesta’ di individui e solidarieta’

tra un bicchier di vino ed un caffe’

tiravi fuori i tuoi perche’ e proponevi i tuoi pero’.

I primi ad andarsene sono stati quelli del PCI.

Non quando sono entrati nelle istituzioni, visto che non sono mai stati extraparlamentari, ma quando sono entrati in giunta provinciale, nel 1993 con Viola, un onestissimo e coraggiosissimo maestro della demistificazione politica al quale va riconosciuto il merito di teorizzare apertamente quello che la storia ci ha insegnato anche successivamente sui rapporti politici con il Partito-Stato-Provincia, che puo’ cooptare in giunta chiunque, purche’ sia oramai allo stremo delle forze ed impossibilitato a contrattare politicamente.

I secondi sono stati i sindacati confederali.

Nella legislatura 1993-1998 hanno contestato Viola per la sua politica considerata troppo appiattita sotto le posizioni dell’SVP. Quando poi e’ stata eletta al suo posto l’ex segretaria della GCIL-AGB non e’ cambiato nulla nel rapporto con il partito dominante nell’amministrazione dominante – altro che concertazione! -, ma i sindacati sono improvvisamente diventati filogovernativi, ad esempio nel settore della politica scolastica, qui dove la riforma Moratti e’ gia’ stata anticipata da tempo e pianificata per il prossimo futuro, mentre gli incidenti sul lavoro vengono commentati e denunciati “con sdegno e rabbia” soprattutto se avvengono fuori provincia, al di fuori della competenza territoriale della loro ex segretaria, che ha recentemente presenziato con gran soddisfazione alle cerimonie per il 20° anniversario del Tar dimenticandosi che i giudici sono ancora nominati dal potere politico. Ma forse la soddisfazione era dovuta al fatto che adesso i giudici italiani spera di nominarli lei.

Eravamo due amici al bar

uno e’ andato con la donna al mare

i piu’ forti pero’ siamo noi

qui non serve mica essere in tanti

si parlava con tenacita’ di speranze e possibilita’

tra un bicchier di whisky ed un caffe’

tiravi fuori i tuoi perche’ e proponevi i tuoi saro’.

I terzi sono stati i Verdi.

I Verdi, che hanno iniziato la loro attivita’ politica alla fine degli anni Settanta paragonando il Sudtirolo al Sudafrica, dicendo che qui vigeva un regime di apartheid, nel 2001 hanno invitato i propri elettori a votare i candidati SVP e DC “per il futuro di questa terra”.

L’SVP pur di non prendersi in giunta gli ex neo-poi post-ora antifascisti, prima anti-ora filoautonomisti, gente che comunque da vent’anni raccoglie la maggior parte del consenso elettorale degli italiani del maso, si e’ presa in due giunte comunali anche dei Verdi, italiani ovviamente, visto che continua a considerarsi il partito etnico dei sudtirolesi. Questi poverini hanno pensato di poter portare avanti una politica interetnica alleandosi, da posizioni di minoranza, con un partito statutariamente etnico.

Nell’estate del 2001, dovendo votare una Verde italiana come presidente del Consiglio provinciale per lo stesso motivo, le hanno fatto firmare un documento nel quale si e’ impegnata a non approvare eventuali mozioni riguardanti il censimento ed altri argomenti “contrari ai pilastri ed allo spirito dell’autonomia”. Il 25 settembre la sempreverde Cristine Kuri, che probabilmente era sovrappensiero durante la campagna elettorale precedente e non si era accorta che la stava facendo insieme all’SVP ed alla DC, ricordando improvvisamente gli ideali giovanili ha presentato una bella mozione nel Consiglio provinciale per modificare il censimento, perche’ se e’ giusto che l’autonomia sia dinamica, anche il censimento deve essere dinamico, come la societa’.

Al momento del voto il centrosinistra italico, compresa la sua collega di partito, e’ uscito di soppiatto dall’aula, come spesso accade quando si tratta di discutere mozioni di estremo buon senso ma sgradite ai talebani etnici dell’SVP e come forse un giorno capitera’ ai rappresentanti talebani del centrodestra italico qualora entrassero in giunta provinciale. Solamente Cigolla e’ rimasto, forse perche’ non invitato a bersi l’aperitivo alla buvette, ed ha votato. Come l’SVP.

Son rimasto io da solo al bar

gli altri sono tutti quanti a casa

e quest’oggi verso le tre son venuti quattro ragazzini

son seduti li’ vicino a me con davanti due coche e due caffe’

li sentivo chiacchierare han deciso di cambiare

tutto questo mondo che non va.

I giovani sono sempre stati politicamente avversi al potere, e qui al paese i giovani altoatesini vedono nel centrosinistra italico non un alleato autorevole e credibile dell’SVP, ma un coacervo di persone – tra l’altro sempre le stesse – che si riorganizzano continuamente in una miriade di sigle politiche, a volte anche pura espressione di fantasia, pur di occupare i posti di sottogoverno che il partito localmente dominante magnanimamente concede agli italici locali, e da vent’anni votano per protesta il partito che ha sempre fatto la voce grossa non solamente con l’SVP, ma con i sudtirolesi, non solamente contro l’uso dell’autonomia, ma contro il concetto stesso di autonomia.

Sono qui con quattro amici al bar

che hanno voglia di cambiare il mondo.

La vicenda di Merano, dove, in un caso piu’ unico che raro, il centrosinistra italico ha deciso di opporsi alla politica dell’SVP sul progetto del maxitunnel di Monte Benedetto, ha dimostrato che questo partito puo’ tranquillamente girarsi dall’altra parte dell’aula sicuro di trovare delle persone che, per gli stessi motivi di cui sopra, sono disponibili a dimenticarsi tutto quello che hanno detto (spesso ingiustamente) negli anni passati a contestare la politica di cui vorrebbero diventare protagonisti attivi, riconosciuti e pagati. Nel caso specifico si trattava di esponenti di Forza Italia e degli “urziniani” di AN, che solitamente accusano il loro Federale di essere troppo accondiscendente con l’SVP.

Perche’ essendo l’SVP un “partito pigliatutto”, che comprende posizioni politiche che vanno dalla destra nazionalista e razzista alla sinistra socialdemocratica, passando per i liberal berlusconiani ed i numerosissimi e maggioritari centristi lobbysti conservatori, e’ sufficiente mettere in luce solamente uno dei molteplici aspetti della sua politica e della sua rappresentanza per motivare logicamente solide alleanze “senza se e senza ma” o coerenti opposizioni “dure & pure”. Dipende dalla distanza/vicinanza dal/al potere. O dalla voglia di entrarci.

E poi ci troveremo come le star

a bere del whisky al Roxy Bar

o forse non c’incontreremo mai

ognuno a rincorrere i suoi guai.

Gino Paoli, 1991

Come diceva Brecht: “Beato il popolo che non ha bisogno di eroi.”

Non sento la mancanza di eroi, ma quattro politici altoatesini sinceramente autonomisti, intelligenti, onesti, coerenti, propositivi, rappresentativi e tendenzialmente interetnici non mi dispiacerebbero proprio.

P.S.

L’Antitrust, il garante per la libera concorrenza, ha recentemente condannato la Telecom per “abuso di posizione dominante” con un’ammenda di 152 milioni di ?uro. Purtroppo non c’e’ un’authority simile per la politica, altrimenti il partito/Provincia localmente dominante sarebbe continuamente sottoposto a pesanti sanzioni amministrative.

Ma forse si potrebbe denunciarlo per “abuso di minori” o “circonvenzione di incapace”.

Bolzano, 30 dicembre 2004.

Giorgio Delle Donne

I bambini fanno “ooh!”12

Come tradizione, anche quest’anno provo a fare una sintesi delle vicende politiche utilizzando una canzone famosa.

La scelta e’ caduta su “I bambini fanno “ooh”, di Giuseppe Povia, successo dell’anno tra i bambini ed i teen ager, presentata fuori concorso al Festival di San Remo, scartata perche’ presentata precedentemente al Premio Recanati, colonna sonora dell’operazione umanitaria “Avamposto 55”.

E’ l’apologia dello stupore infantile di fronte ai casi della vita, una serie di filastrocche semplici basate su rime baciate e dolci figure dell’infanzia ed il rimpianto per l’incapacita’ di stupirsi ancora.

Quando i bambini fanno “oh!” / c’e’ un topolino / Mentre i bambini fanno “oh!” / c’e’ un cagnolino? / Se c’e’ una cosa che ora so / ma che mai piu’ io rivedro’ / e’ un lupo nero che da’ un bacino a un agnellino?

L’immagine idilliaca ricorda l’ autonomia sudtirolese che e’ sacra come una vacca sacra. Tutti la vogliono. I ricercatori dell’Eurac la propongono al mondo intero come un modello di tutela delle minoranze e di convivenza. Sulla tutela delle minoranze non c’e’ dubbio; sulla convivenza sarebbe come proporre come coppia ideale quella in cui non si litiga piu’ perche’ uno dei due coniugi e’ in coma irreversibile. Non si sa se la causa dell’imminente scomparsa sia da attribuire a cause naturali, a un suicidio, o a fattori esterni e/o criminosi.

Tutti i bambini fanno “oh!” / dammi la mano / perche’ mi lasci solo / sai che da soli non si puo’, senza qualcuno, nessuno puo’ diventare un uomo.

Il fatto politico dell’anno sono state le numerose elezioni comunali, dove l’aggettivo non si riferisce tanto ai 116 comuni dell’Alto Adige, visto che come previsto in 111 di questi comuni l’SVP ha la maggioranza assoluta, ma soprattutto al Comune di Bolzano, dove le elezioni sono state addirittura due, con tre tornate. Nel solo 2005 Bolzano ha avuto 3 sindaci, 2 commissari, 3 consigli comunali e 3 giunte.

Per una bambola o un robot bot bot / magari litigano un po’ / ma col ditino ad alta voce almeno loro, eh, fanno la pace / cosi’ ogni cosa nuova e’ una sorpresa / proprio quando piove / i bambini fanno “oh!” / guarda la pioggia?

A Bolzano abitano l’80% degli italiani dell’Alto Adige, che oramai sono quasi scomparsi dalla Pusteria, dalla Venosta e dalla Val d’Isarco, e caratterizzano con il loro comportamento, anche politico, la ridente localita’ di fondovalle. Negli ultimi mesi della amministrazione, con l’approssimarsi delle elezioni, sono riusciti a litigare su qualsiasi argomento. Non mi riferisco alla naturale dialettica maggioranza/opposizione, parlo della maggioranza, dove sono riusciti a litigare sull’inceneritore, facendo poi comunque quanto gia’ deciso dalla Provincia, sul traffico, dove le critiche piu’ feroci sono venute dall’interno della maggioranza, sul supermercato di Via Roma, quasi fosse cresciuto in una notte come un fungo.

Quando i bambini fanno “oh!” / che meraviglia, che meraviglia / ma che scemo vedi pero’ pero’ / e mi vergogno un po’ / perche’ non so piu’ fare “oooooooh!” / e fare tutto come mi piglia / perche’ i bambini non hanno peli ne’ sulla pancia, ne’ sulla lingua?

Dopo mesi di risse interne e divisioni continue sono andati alle elezioni candidando unitariamente il sindaco uscente e perdendo al primo turno 4 consiglieri, giusto uno per ogni partito di maggioranza. I Verdi, forse in overdose di pluralismo, hanno candidato sia il loro assessore uscente, favorevole all’inceneritore, sia il leader del movimento ferocemente contrario all’inceneritore.

Senza alcun timore hanno affrontato il ballottaggio, con un potenziale vantaggio di oltre 5.000 voti e una presa di posizione dell’SVP che ricordava giustamente il pericolo del neofascismo e del nazionalismo italiano, dimenticandosi che 3 settimane prima, in occasione del 60° anniversario della Liberazione, il capogruppo Ellecosta aveva dichiarato che lui non era stato liberato dai partigiani il 25 aprile 1945, ma dai nazisti l’8 settembre 1943, e che il nazionalismo tedesco parla una lingua diversa, ma pensa e dice le stesse cose e non e’ meno pericoloso.

I bambini sono molto indiscreti / ma hanno tanti segreti / come i poeti / i bambini volan la fantasia e anche qualche bugia o mamma mia… / ma ogni cosa e’ chiara e trasparente che quando un grande piange i bambini fanno “oh!” / ti sei fatto la bua e’ colpa tua?

Al ballottaggio 2.000 potenziali elettori si sono spostati sul Centrodestra ed altri 3.000 si sono spostati in montagna o al mare e Salghetti ha perso per 7 voti, la punta dell’iceberg di migliaia di voti che si sono spostati in due settimane, e decine di migliaia negli ultimi anni, dal Centrosinistra al Centrodestra.

Salghetti quindi e’ tornato al suo posto di direttore dell’Ufficio legale della Provincia, uno dei pochi posti apicali riservati agli italofoni, ma l’ha trovato occupato da un tedescofono. Il boss si e’ comunque impegnato a pagargli lo stipendio fino al suo pensionamento.

Eletto sindaco Benussi ha invitato l’SVP ad entrare in giunta. Pichler Rolle non voleva, Durnwalder era disponibile ma alla fine, fatti due conti e ritenendo che a Roma Berlusconi sia ormai alla frutta, ha preferito rischiare nuove elezioni comunali. Solamente dopo aver letto le dichiarazioni del boss la Gnecchi ha tirato il fiato ed ha detto che, in caso di giunta bolzanina SVP/Centrodestra, lei sarebbe uscita dalla giunta provinciale.

Il consiglio comunale e’ stato quindi sciolto ed e’ stato nominato un commissario che non capiva nulla della realta’ locale e della lingua tedesca. Il commissario del governo locale lo ha capito e lo ha rapidamente sostituito. Anche il governo ha capito e ha rapidamente sostituito anche lui.

Quando i bambini fanno “oh!” / che meraviglia, che meraviglia / ma che scemo vedi pero’ pero’ / e mi vergogno un po’ / perche’ non so piu’ fare “oh!” / non so piu’ andare sull’altalena di un fil di lana non so piu’ fare una collana?

A Bronzolo il Centrosinistra italico e’ in controtendenza e vince alla grande al primo turno con oltre 392,5 preferenze ad un sindaco che si chiama Bertinazzo, che si dichiara socialista alle elezioni e tedesco al censimento, per via di un concorso all’ANAS. L’Obmann locale dell’SVP, che si chiama D’Amico, gli dice che lui puo’ anche dichiararsi tedesco, ma se vuole fare politica deve farla nel partito dei tedeschi, altrimenti il giochino non funziona, come lo statuto comunale, che prevede che il sindaco ed il vicesindaco siano di due gruppi etnici diversi. Per risolvere il problema i due decidono di cambiare lo statuto del comune, e cosi’ ora il Comune di Bronzolo, uno dei cinque a maggioranza italiana dei 116 della provincia, ha un sindaco tedesco che si chiama Bertinazzo ed un vicesindaco tedesco che si chiama D’Amico. Non e’ dato sapere in quale lingua si e’ svolta la trattativa.

Fin che i cretini fanno / Fin che i cretini fanno / Fin che i cretini fanno “boh!” / tutto resta uguale?

Ma se i bambini fanno “ohh!” basta la vocale / io mi vergogno un po’ / invece i grandi fanno “no” / io chiedo asilo, io chiedo asilo / come i leoni io voglio andare a gattoni…

e ognuno e’ perfetto, uguale il colore / evviva i pazzi che hanno capito cos’e’ l’amore / e’ tutto un fumetto di strane parole che io non ho letto / voglio tornare a fare “oh!” / voglio tornare a fare “oh!” / perche’ i bambini non hanno peli / ne’ sulla pancia ne’ sulla lingua?

Durante l’estate il Gruppo Ecclesiale di Impegno Sociale di Don Renner propone la candidatura di Spagnolli. Io ricordo e rimpiango le parole pronunciate da Cavour in punto di morte, ma mi accontenterei delle pari opportunita’, e quindi a questo punto il successore di Egger lo vorrei indicare io. Comunque alla presentazione ufficiale nessuno gli rivolge alcuna domanda e considerazione e la cosa sembra morire li’. Poi spuntano come funghi una dozzina di candidati a sindaco di Centrosinistra, tutti profondamente animati da spirito unitario, nessuno ha la forza di prevalere e alla fine tutti si ricordano di Spagnolli. L’SVP, che non e’ mai stata all’opposizione in nessuno dei 116 comuni in nessuno dei 60 anni seguiti alla fine della guerra, per non correre il rischio di provare questa triste esperienza decide di non presentare il proprio candidato sindaco al primo turno e di coinvolgere persone nuove. La mistilingue Artioli viene contattata credendola dichiarata tedesca al censimento, come tutti i mistilingue ed un buon numero di italiani per convenienza e opportunita’, ma siccome la dichiarazione etnica una non ce l’ ha scritta in fronte o nelle mutande nemmeno l’affascinante play boy & Obmann bolzanino Ladinser si rende conto di avere fatto una proposta indecente ad un’italiana. Del resto nemmeno l’Artioli sembra avere ben capito molto della politica, affermando di volere candidare nell’SVP per realizzare le scuole bi/trilingui.

Quando i bambini fanno “oh!” / c’e’ un topolino. / Mentre i bambini fanno “oh!” / c’e’ un cagnolino. Se c’e’ una cosa che ora so / ma che mai piu’ io rivedro’ / e’ un lupo nero che da’ un bacino (smack) a un agnellino?

In novembre la coalizione SVP/Centrosinistra perde altri 3.000 potenziali voti, ma l’SVP ne riconquista 3.000, perche’ i nazionalisti esterni al partito decidono di compattarsi etnicamente e di non presentarsi, la qual cosa non scandalizza nessuno. Secondo la coalizione SVP/Centrosinistra quando i tedeschi votano etnicamente hanno sempre ragione; quando lo fanno gli italiani hanno sempre torto. Gli italici della coalizione perdono altri 3 consiglieri che passano al Centrodestra, ma Spagnolli passa al primo turno con un vantaggio di 213 voti su 59.379 votanti, lo 0,3587126 % della popolazione ancora votante. Travolto dal successo si fa prendere dall’entusiasmo e, alla domanda dei giornalisti sulle possibilita’ dell’Artioli di entrare in giunta, volendo dimostrare di fare dei ragionamenti opposti a quelli del padre/padrone/padrino Durnwalder, afferma: “E’ una bella gnocca, ma non entrera’ in giunta”, la qual cosa dovrebbe insospettire le 3 donne entrate in giunta (delle 5 promesse) sul proprio charme o sul savoir faire del neosindaco, che evidentemente pensa che non tutte le donne sappiano di essere sedute sulla loro piu’ grande risorsa. In giunta comunque rimane un ex PLI-DC-CCD-UCD-FI ed in maggioranza un ex DC-CCD-FI ora UDC, mentre un ex PLI-FI-PRI, eletto nelle file del Centrodestra, dichiara immediatamente di volere prestare il proprio soccorso ai vincitori, ovviamente per offrire la sua professionalita’ alla citta’. Altri seguiranno il suo esempio nei prossimi mesi, per generosita’ propria o per gentile richiesta in caso di vittoria di Berlusconi alle politiche.

Tutti i bambini fanno “oh!” / dammi la mano perche’ mi lasci solo, / sai che da soli non si puo’, senza qualcuno, nessuno puo’ diventare un uomo / Per una bambola o un robot bot bot / magari litigano un po’, ma col ditino ad alta voce, / almeno loro (eh) fanno la pace?

La settimana successiva i rappresentanti della lista interetnica di Appiano “Eppan Aktiv-Appiano Democratica”, evidentemente abbagliati dalle dichiarazioni dell’Artioli, presentano una mozione nella quale chiedono l’istituzione di un corso sperimentale bilingue presso la locale scuola materna, accanto alle altre sezioni monolingui esistenti. Ma gli esponenti locali dell’SVP evidentemente non leggono la cronaca locale del capoluogo e ribadiscono la linea ufficiale del partito, secondo la quale l’art. 19 dello Statuto, che prevede il diritto ma non l’obbligo di avere la scuola in madrelingua, e’ sacro e imprescindibile e non consente scuole bilingui. Il rappresentante locale della Margherita tace e acconsente.

Cosi’ ogni cosa e’ nuova / e’ una sorpresa e proprio quando piove / i bambini fanno “oh!” guarda la pioggia?

Gli abitanti di Lamon, un territorio veneto povero e marginale, di lunga tradizione d’emigrazione, vogliono provare ad emigrare stando fermi, spostando i confini amministrativi ed aggregandosi al ricco Trentino, come gli abitanti trentini di Fondo che vorrebbero passare all’ancor piu’ ricco Suedtirol. Il governatore leghista veneto Galan, uno che vede Durnwalder come un Fuehrer e l’autonomia sudtirolese come un modello di etnofederalismo populista da raggiungere, se la prende con i privilegi dei trentini e sostiene che tutte le Regioni dovrebbero avere la stessa autonomia e gli stessi finanziamenti delle Province di Trento e Bolzano, che incassano da Roma 2.700 ?. all’anno pro capite, contro i 900 ?. del Veneto, che comunque ha meno competenze. I Trentini ricordano la propria mitica storia di minoranze ardenti d’autonomia e rispettose delle proprie minoranze, dimenticandosi come, quando e perche’ e’ fallito il primo Statuto; Durnwalder tuona che i sudtirolesi non hanno mai rinunciato al diritto di autodeterminazione, scelta evidentemente ribadita negli ultimi tempi autodeterminando anche la rappresentanza politica altoatesina al Parlamento, in giunta provinciale ed ora anche comunale. Continuando cosi’ alle prossime elezioni provinciali del 2008 l’SVP mettera’ in lista due come la Artioli, li fara’ eleggere e li mettera’ in giunta, rispettando lo Statuto con un monocolore SVP. Messner, dalla reggia di Castel Firmiano, dira’ che finalmente si e’ realizzata l’utopia langeriana, perche’ come la destra fa fatica a capire la differenza tra cittadinanza e nazionalita’, la sinistra fatica a capire la differenza tra rappresentanza etnica e rappresentativita’, sicura comunque di farsi scegliere, anche se non dagli elettori, dall’SVP.

Quando i bambini fanno “oh!” / che meraviglia, che meraviglia! / Ma che scemo vedi pero’, pero’ / che mi vergogno un po’ / perche’ non so piu’ fare “oh!” / e fare tutto come mi piglia, / perche’ i bambini non hanno peli ne’ sulla pancia ne’ sulla lingua?

Nonostante le minacce urlate istericamente dall’icona mediatica del Centrodestra locale, che hanno fatto vincere le elezioni a Spagnolli, il dito medio di Berlusconi e l’urlo di “segaioli!” di Brunetta, il governo nazionale di Centrodestra si e’ comportato con l’SVP come i governi precedenti di Centrosinistra, a parte qualche odioso dispettuccio del costo di 10 milioni di ?uro. In occasione delle discussioni delle leggi sulla devolution e della riforma elettorale l’SVP ha contrattato clausole a suo favore e si e’ astenuta. Solamente i ricorsi presentati in sede europea sui temi del censimento e del patentino hanno avuto successo: iniziative di gruppi e singole persone, non di forze politiche, tutte in lista d’attesa di essere chiamate a corte, successivamente politicamente ridimensionate dalla Commissione dei sei.

I bambini sono molto indiscreti / ma hanno tanti segreti, come i poeti / nei bambini vola la fantasia e anche qualche bugia / “oh!” mamma mia / ma ogni cosa e’ chiara e trasparente / che quando un grande piange i bambini fanno “oh!” / ti sei fatto la bua e’ colpa tua.

Dopo le dimissioni della Franzelin dall’IPES qualcuno chiede di riequilibrare la proporzionale etnica tra i posti apicali degli enti provinciali. La Gnecchi definisce la proposta “Una vera follia”. Forse si e’ dimenticata che l’ultimo accordo di giunta provinciale, siglato anche da lei nel 2003, contiene riferimenti alla rappresentativita’ per le nomine e gli incarichi negli enti pubblici. Cito:

“Nei rapporti politici tra i partiti della coalizione occorre affermare un sistema di regole e di comportamenti che eviti tensioni e lacerazioni e che rafforzi il metodo del dialogo fondato sul consenso e la pari dignita’ tra le forze politiche e i gruppi linguistici. I partiti della coalizione concordano nella volonta’ di individuare, per le nomine e gli incarichi in enti pubblici, criteri che tengano conto, sia dei requisiti di professionalita’, competenza, e rappresentativita’ civile anche ai vertici, affinche’ a tutti i gruppi linguistici sia garantito il giusto principio della rappresentanza. In particolare occorre operare concretamente per garantire che all’interno del gruppo linguistico italiano possa radicarsi un ampio e condiviso senso di partecipazione al governo della cosa pubblica.” Fine della citazione favolistica.

Alla fine non viene nemmeno presentato un nominativo italiano, perche’ evidentemente i partner dell’SVP non pensano che ci siano italici con i titoli e le competenze professionali della Franzelin. Per quanto riguarda i titoli, la signora non aveva non dico un master a Cambridge, un dottorato ad Oxford, una laurea nella Extra Easy University of Brixen, ma nemmeno un diploma alla Knoedelakademie of Obermais. Per quanto riguarda le esperienze professionali, la signora prima di mettere la sua professionalita’ al servizio della politica faceva la cassiera in una macelleria di Lana. Le sue colleghe piu’ giovani che lavorano nei supermercati, abituate a confrontarsi con i bar-code, potrebbero ambire ad un futuro radioso al BIC, Busines Innovation Centre.

Quando i bambini fanno “oh!” / che meraviglia, che meraviglia! / ma che scemo vedi pero’, pero’ / che mi vergogno un po’ / perche’ non so piu’ fare “oh!” / non so piu’ andare sull’altalena / di un fil di lana non so piu’ fare una collana / finche’ i cretini fanno (eh) / finche’ i cretini fanno (ah) / finche’ i cretini fanno “boom” / tutto il resto e’ uguale / ma se i bambini fanno “oh!” / basta la vocale / io mi vergogno un po’ / invece i grandi fanno “no” / io chiedo asilo / io chiedo asilo / come i leoni / io voglio andare a gattoni…

L’8 dicembre per la prima volta nella storia Pichler Rolle, che aveva dichiarato di partecipare alle manifestazioni del 25 aprile come vicesindaco, non come Obmann, ha assistito come Obmann alle cerimonie che ricordano i terroristi sudtirolesi che negli anni Sessanta hanno compiuto centinaia di attentati terroristici, causando anche vittime, ricordando che ci sono sensibilita’ diverse, ma un solo popolo sudtirolese.

Qualche giorno dopo la Procura ha rinviato a giudizio una quarantina di giovani neonazisti dell’Oltradige e della Bassa atesina per violazione della Legge Mancino, quella relativa all’odio razziale, anche se in questo caso sarebbe piu’ appropriato parlare di odio nazionale. Tra questi tali Pirilli, Morandell, Dissertori, Ceolan, Seppi, Facchini, Orsi, a dimostrazione che l’Eurac ha ragione quando fa l’apologia del modello di integrazione etnica sudtirolese e lo propone come un very beautiful example case studies. In un mondo in cui tutti parlano di identita’ plurime, concentriche, progressive e meticce in Suedtirol o si e’ italiani, e le cose possono andare bene, o tedeschi, e le cose possono andare ancora meglio; i mistilingue non esistono al censimento, non esistono scuole bilingui, e tutte le associazioni politiche, sindacali, culturali bilingui sono state realizzate per contestare il potere politico locale.

L’SVP condanna l’estremismo etnico, dimenticandosi che Ellecosta ha recentemente dichiarato che preferirebbe un pakistano nel partito piuttosto che un italiano, che Atz pochi anni or sono auspicava la gasatura dei nomadi, che Pahl pochi anni or sono cercava di infilare nei giovani sudtirolesi gli stessi ideali e qualcos’altro, ecc. Forse si potrebbe organizzare un dibattito nel Kulturhaus Unterland di Egna, dove pochi anni or sono l’SVP ha vinto la battaglia contro l’opposizione ed e’ riuscita ad ottenere che nello statuto fosse previsto l’uso esclusivo della struttura alle associazioni di lingua tedesca.

Anche i naziskin altoatesini, nel loro piccolo, si danno da fare col razzismo, ma essendo urbanizzati, ma non per questo civilizzati, se la prendono con gli extracomunitari. In futuro potremmo vedere nella ridente conca bolzanina uno skin altoatesino proveniente dal Polesine inseguito da uno skin sudtirolese proveniente dall’Oltradige rincorrere a sua volta con un manganello un extracomunitario proveniente dal Senegal: la corsa inarrestabile verso l’integrazione culturale.

Per Santa Lucia gli studenti delle scuole superiori hanno manifestato contro la Riforma Moratti, andando fin sotto la sede della Provincia. E’ uscita la Gnecchi che li ha rassicurati col solito sorriso panoramico. I poverini, essendo giovani ed ingenui, non sanno che qui al paese i punti piu’ contestabili della Riforma Moratti sono gia’ stati anticipati da anni, e che la Riforma e’ stata approvata e programmata anche da chi li ha amorevolmente rassicurati.

Ognuno e’ perfetto uguale e’ il colore / evviva i pazzi che hanno capito cos’e’ l’amore / e’ tutto un fumetto di strane parole che io non ho letto / voglio tornare a fare “oh!” / voglio tornare a fare “oh!” / perche’ i bambini non hanno peli ne’ sulla pancia ne’ sulla lingua…

Con questa SVP e con questa classe politica italiana cosi’ inutile, come quella del Centrosinistra patetico, pateticamente buono, o cosi’ dannosa, come quella del Centrodestra patetico, pateticamente cattivo, non c’e’ che da sperare nella resilienza, resiliency, concetto nato negli Stati Uniti che racchiude le idee di ironia, autoironia, elasticita’, vitalita’, energia e buon umore. Buon anno!

(“I bambini fanno “ooh” e’ una canzone di Giuseppe Povia, dall’album “Evviva i pazzi”, del 2005).

Ringrazio Lorenz Delle Donne per la consulenza discografica e generazionale.)

Bolzano, 27 dicembre 2005.

Giorgio Delle Donne