“La Provincia di Bolzano”1
Mussolini, gia’ giornalista e direttore dell’Avanti!, in seguito fondatore del Popolo d’Italia, quotidiano che diventera’ organo ufficiale del Partito Nazionale Fascista, comprende l’importanza che la stampa riveste nella fabbricazione del consenso nella societa’ di massa, pur non negando attenzione ad altri nuovi media, come il cinema e la radio.
Con la progressiva fascistizzazione dello Stato italiano e la creazione di un regime reazionario di massa la storia qualitativa del giornalismo italiano e’ caratterizzata da una costante involuzione, con il sacrificio di ogni liberta’ di espressione in funzione della propaganda. Per arrivare a questo il fascismo aveva favorito un nuovo assetto concernente la proprieta’ degli organi di informazione piu’ importanti, determinando tanto l’allontanamento dei direttori e giornalisti piu’ illustri che ancora rivendicavano una certa indipendenza quanto un maggior coinvolgimento dei giornalisti che si dimostravano disponibili ad accomodamenti nel rapporto tra il potere e l’informazione. Il regime aveva nel contempo organizzato azioni violente nei confronti delle redazioni degli organi di informazione ad esso dichiaratamente contrari.
Nel 1923 Mussolini presenta al re un decreto legge in base al quale la responsabilita’ del contenuto degli articoli giornalistici viene a cadere direttamente sul direttore della testata. La reazione della Federazione Nazionale della Stampa impedisce l’emanazione del decreto, ma in seguito alla campagna di stampa conseguente all’omicidio di Matteotti il decreto viene ripresentato ed imposto in una situazione politica piu’ favorevole al fascismo e si conclude con il decreto del 1925. Tramite quest’ultimo si attribuiva ai prefetti la facolta’ di ritirare l’autorizzazione ai giornali dopo due diffide: si sanciva in tal modo di fatto la fine della liberta’ di stampa.
In Alto Adige, non esistendo organi di informazione in lingua italiana, il regime si pone l’obiettivo della creazione di organi di stampa filogovernativi in lingua italiana ed in lingua tedesca e di impedire l'”attivita’ antinazionale” e contraria al regime degli organi di informazione in lingua tedesca, obiettivi solo parzialmente raggiunti nel corso del ventennio.
Nel settore dell’informazione in lingua italiana l’iniziativa piu’ importante fu la creazione del quotidiano “La Provincia di Bolzano”, pubblicato dal 1927 al 1943. Nel settore culturale in lingua italiana, oltre alla rivista Archivio per l’Alto Adige, pubblicata da Tolomei dal 1906, l’iniziativa piu’ prestigiosa fu la pubblicazione, dal 1939 al 1943, della rivista Atesia Augusta.
Il mondo di lingua tedesca era caratterizzato da numerosissime pubblicazioni di varia periodicita’, che esprimevano un tessuto socioculturale articolato e consolidato. Non potendo intervenire direttamente nella gestione di queste pubblicazioni come era accaduto nelle altre regioni italiane, il fascismo cerco’ senza successo di affiancarvi pubblicazioni concorrenziali in lingua italiana, o di avviare aziende giornalistiche filogovernative in lingua tedesca, come il quotidiano “Alpenzeitung”, mentre i tentativi di eliminare la stampa quotidiana in lingua tedesca videro sempre una tenace opposizione. La stampa in lingua tedesca di proprieta’ della Chiesa o ad essa collegata ebbe un trattamento di riguardo, anche conseguentemente ai Patti Lateranensi del 1929.
La Provincia di Bolzano
Il giornale italiano dell’Alto Adige viene inaugurato il 21 aprile del 1927, dopo “poderosi e reiterati sforzi sostenuti per dar vita ai due quotidiani”.
La sede era in via Gilm 15, nell’ex casa del popolo dove si era stampato fino a due anni prima il “Volksrecht”, organo dei socialdemocratici sudtirolesi, ora auditorium.
Il secondo quotidiano era l'”Alpenzeitung” che era gia’ pubblicato da mesi a Merano, sotto la direzione di Leo Negrelli, che assumeva anche la direzione del nuovo giornale.
In regione era stata soppressa la stampa liberale (il quotidiano “La liberta’” cesso’ nel 1925), cattolica (il giornale “Il nuovo Trentino” venne assalito a Trento alla fine d’ottobre del 1926) e socialista. Sopravvivevano invece numerose testate in lingua tedesca.
I giornalisti lavoravano dalle 16 alle 19 e dalle 22 fino alle 4.30. Normalmente a 4 pagine, usciva a volte a 6 pagine. Diventa quasi subito organo ufficiale del fascismo altoatesino. All’inizio conta 27 abbonamenti, alla fine del primo anno 486, anche perche’ il prefetto aveva istituito l’obbligo per gli esercizi pubblici di avere a disposizione un numero uguale di testate italiane a quello di giornali esteri. Inoltre i podesta’ si abbonavano per avere rapidamente anche le informazioni di carattere ufficiale.
La tiratura iniziale era di 1.100 copie, con rese che raggiungevano anche il 50%.
Nell’agosto del 1927 Alfredo Giarratana assume la direzione del quotidiano, modificandone profondamente lo stile:
“Che cosa fara’ questo foglio? Del fascismo. Ancora ieri due buffoni spudorati, Tinzl e Sternbach, hanno riproposto la vecchia storia dell’antico carattere tedesco di Bolzano; la storia non si cancella. Il Fascismo risponde; la storia si fa. Il Fascismo fara’ la nuova storia di Bolzano.”
Secondo l'”Archivio per l’Alto Adige” del 1932 le cifre di vendita erano nel 1931 le seguenti: “La Provincia di Bolzano”, copie 1200-1800; “Il Brennero” copie 600-800; “Il Gazzettino” 4000; “Il Corriere della Sera” 2000-3000; “Arena” di Verona, “Gazzetta del popolo” etc., in tutto 1000 copie.
Nel 1931 l’Ente cooperativo provinciale della stampa fascista, costituito dal Comitato provinciale per il turismo e dall’Azienda di cura di Bolzano e Merano, assume proprieta’ e gestione de “La Provincia”, dell'”Alpenzeitung”, e dei due settimanali del lunedi’. Nel 1932 la direzione amministrativa trova sede presso la Federazione fascista in via Leonardo da Vinci.
Nel 1938 il Ministro della cultura popolare Dino Alfieri visita l’area ove sorgera’ la nuova sede del giornale, sul Lungotalvera, presso ponte Druso. La realizzazione e’ possibile con contributi del Ministero della cultura popolare e un’offerta del Duce. L’inaugurazione dell’edificio avviene il 4 settembre del 1940.
Con il 27 luglio 1943 perde il sottotitolo “quotidiano fascista. Il giornale esce a due pagine; il decreto di soppressione del partito fascista e’ pubblicato il 6 agosto; il 7 firma come responsabile Vincenzo Filippone. L’ultimo numero e’ del 4 settembre 1943.
Il primo direttore e’ Leo Negrelli, che dirigeva gia’ l'”Alpenzeitung”, e che nel 1926 aveva fatto parte dell’Ufficio Stampa di Mussolini.
Il 2 agosto del 1927 gli subentra Alfredo Giarratana che era stato nominato commissario della Federazione fascista bolzanina l’11 maggio.
Antonio Sergio, gia’ caporedattore del “Brennero”, entra alla “Provincia” l’8 aprile del 1928, assumendone la reggenza.
Nel 1931 viene nominato Silvio Maurano, prima vicedirettore dell'”Impero” e direttore della “Gazzetta di Messina”. Nel 1933 lascia Bolzano, chiamato dapprima “ad altro incarico a Roma”, per passare quindi a dirigere “La Provincia di Como”.
Gli subentra Mario Ferrandi che dirigera’ il quotidiano fino alla fine; firmando il giornale anche durante l’ assenza per richiamo alle armi, delegando le funzioni direttive al barone Vittorio d’Altenburger, cugino di Ettore Tolomei.
Bolzano, 20 maggio 2005.
Giorgio Delle Donne
1 Editoriale pubblicato sull'”Alto Adige” il 25 maggio 2005.