Paghe, pagone & paghette

Paghe, pagone & paghette1

L’eventuale accettazione della proposta di limitazione all’ambito provinciale dell’informazione locale della RAI comporterebbe un vero rischio, perche’ si perderebbero un mucchio di vicende interessanti e divertenti.

Circa un mese fa, ad esempio, in occasione della discussione della proposta di modifica dei vitalizi e delle paghe/pagone dei consiglieri provinciali/regionali, alcuni operai trentini cassaintegrati guidati da esponenti sindacali hanno occupato a Trento la tribuna del pubblico ed esposto cartelli nei quali si mettevano a confronto le loro misere paghe con le pagone dei consiglieri regionali.

Il consigliere di Rifondazione Comunista, rivolto ai rappresentanti sindacali, li ha bonariamente e pubblicamente rimproverati, ricordando loro di avere pesantemente sostenuto l’ultima campagna elettorale degli esponenti dell’attuale maggioranza. Ma se seguisse attentamente le vicende sudtirolesi saprebbe che qui al paese il sindacato etnico sudtirolese fa cosi’ da quarant’anni, e recentemente ha eletto direttamente in Consiglio provinciale per l’SVP il proprio segretario, mentre i sindacati confederali fanno cosi’ da dieci anni, e dal 1998 hanno contribuito in maniera determinante all’elezione dell’ex segretario della CGIL in Consiglio ed in giunta.

Anche per i trentini le informazioni sulla realta’ sudtirolese potrebbero risultare interessanti: se fossero stati un po’ piu’ attenti, ad esempio, non si stupirebbero del fatto che il “pacchetto famiglia” regionale e’ stato emanato dall’assessora SVP senza nemmeno consultare le rappresentanze sindacali, cosi’ come potrebbero stare in guardia sui rischi dell’eccessiva etnicizzazione della politica.

Sull’ultimo numero del periodico della CGIL-AGB, “La voce dei lavoratori”, ricevuto ieri mattina, ho letto che:

“Il Direttivo Provinciale della CGIL/AGB esprime la propria condivisione e soddisfazione sui contenuti della piattaforma unitaria per il pacchetto famiglia (…). Ribadisce il fermo convincimento che le misure di sostegno alla famiglia debbano uscire dalla logica assistenziale e diventare politiche attive (…). Il potenziamento ed il miglioramento dei servizi pubblici per l’infanzia (asili nido, Tagesmuetter, scuola a tempo pieno, ecc.) sono prioritari rispetto all’assegno per la famiglia, che, se introdotto, dovra’ comunque essere erogato tenendo conto del reddito e del patrimonio della famiglia. (…) I benefici devono essere fruibili dalle famiglie che abbiano i requisiti di residenza di tre anni, come attualmente e’ previsto, non di cinque anni (…).” (Approvato con 19 voti favorevoli, 1 contrario, 0 astenuti).

Oggi leggo sui giornali che la Giunta provinciale ha approvato il “Pacchetto famiglia”, che prevede una paghetta di 80 Euro al mese per ogni figlio d’eta’ inferiore ai tre anni, senza limiti di reddito, motivando la scelta anche con il fatto che e’ piu’ semplice consultare gli uffici anagrafici dei 116 comuni che controllare i redditi delle 170.000 famiglie sudtirolesi.

Il segretario della CGIL-AGB sconcertato dichiara che l’operaio che si vede concedere un contributo uguale a quello che riceve il suo padrone (scusate, avrei dovuto scrivere “datore di lavoro”) non si farebbe una buona immagine della politica della Giunta provinciale. Ma chi sedeva sulla sua poltrona prima di lui, pur esprimendo delle perplessita’ sulle scelte della Giunta di cui e’ vicepresidente, ne vede anche gli aspetti positivi, sostenendo che in questo modo si evitano il lavoro nero e le complicazioni burocratiche della compilazione dei moduli di richiesta. E la Stocker dell’ala sociale, auspica che l’erogazione avvenga in base ad una domanda degli interessati: “Mettere un tetto? Ci sarebbe un problema di burocrazia, di controlli. Mi auguro che si decida che gli interessati debbano fare domanda. Cosi’, forse, i ricchi non la faranno.”

La decisione e’ frutto di una mediazione tra le richieste iniziali delle “categorie economiche” dell’SVP, rappresentate da Brandstaetter e proposte in Giunta da Durnwalder, di destinare quasi l’intero budget del pacchetto famiglia alla distribuzione a pioggia, il Kindergeld-paghetta, e le richieste dell'”ala sociale”, di destinare quasi l’intero budget alla realizzazione di servizi. Ma evidentemente le categorie economiche riescono a farsi rappresentare meglio in Consiglio ed in Giunta provinciale rispetto alle associazioni sindacali.

Plaude l’iniziativa il sottosegretario al welfare (lo Stato sociale), Grazia Sestini, di Forza Italia, che ricorda che evidentemente la proposta del governo di centrodestra di concedere il bonus per il secondo figlio, cosi’ criticata dal centrosinistra nazionale, non era poi cosi’ “politicamente scorretta”, visto che anche il governo locale regionale/provinciale di centrosinistra sta attuando una politica simile, essendo l’unica Regione/Provincia in grado di finanziarsela. E’ il solito gioco degli specchi, il chiasmo di Salorno che a Nord trasforma in contenuti di centrosinistra quello che a Sud e’ di centrodestra e viceversa.

Un’umile proposta, in questo periodo di interessate piu’ che interessanti rivalutazioni del passato: perche’ non finanziare questa legge con una tassa locale sul celibato di mussoliniana memoria?

Bolzano, 9 novembre 2004.

Giorgio Delle Donne

1 Editoriale pubblicato sull’ “Alto Adige” il 10 novembre 2004.