Il chiasmo di Salorno

 

Il chiasmo di Salorno1

La figura retorica definita chiasmo consiste nel disporre a incrocio (X = lettera greca “chi”) gli elementi che costituiscono due sintagmi o due proposizioni. E’ un parallelismo capovolto, il cui schema e’ A B B1 A1: Le donne (A), i cavallier (B), l’arme (B1), gli amori (A1) (Ariosto); Pace (A) non trovo (B) et non ho da far (B1) guerra (A1) (Petrarca).

A Salorno, evidentemente, questa figura retorica si e’ trasformata in un incrocio della logica politica.

Il dr. Gentilini, sindaco di Treviso della Lega Nord, famoso per avere proposto di travestire gli extracomunitari da leprotti per consentire la loro caccia da parte dei locali e per avere fatto togliere le panchine della citta’ per impedire agli extracomunitari di potersi sedere o addirittura sdraiare, intervenendo durante la campagna elettorale per le amministrative di Bolzano del 2000 a favore del Polo ha ricordato che lo Stato dovrebbe delegare alle Regioni, e nella nostra Regione alle Province, anche le competenze sull’ordine pubblico. E’ seguito un imbarazzato silenzio degli esponenti locali del Polo, anche dei leghisti, che francamente non si riesce a capire cosa possano pretendere che lo Stato deleghi alla Provincia che non sia gia’ stato chiesto ed ottenuto dall’SVP. Forse potrebbero richiedere un uso piu’ equo e democratico delle competenze o una autonomia per il territorio e non per i gruppi etnici, ma rischierebbero l’espulsione dal partito.

L’ex leader ciellino Formigoni, eletto presidente – pardon, governatore – della Lombardia nelle liste del Polo, ha giurato fedelta’ al popolo padano, e subito il presidente – pardon, Landeshauptmann – dell’Autonome Provinz Bozen ha ricordato che, se l’avesse fatto lui, sarebbe stato sicuramente denunciato da qualche esponente del Polo. E’ seguito un imbarazzato silenzio degli esponenti locali del Polo.

Nei giorni scorsi sono state presentate le liste per le prossime elezioni provinciali/regionali.

A Trento Rifondazione comunista, per costituire un pungolo della sinistra, si presenta da sola, mentre i Comunisti italiani sono nel listone della sinistra che appoggia l’ex nemico Dellai per lo stesso motivo.

A Bolzano Rifondazione comunista, per costituire un pungolo della sinistra, si presenta nel listone della sinistra che appoggia l’ex nemico Durnwalder, mentre i Comunisti italiani si presentano da soli per lo stesso motivo.

Sabato scorso il segretario dell’UDC, Follini, la mattina a Trento ha presentato i suoi uomini che si sono schierati con il centrodestra, come a Roma, per difendere i valori della famiglia, mentre nel pomeriggio ha presentato i suoi uomini a Bolzano, che si sono schierati con il centrosinistra, per difendere i valori della famiglia. Lo si puo’ giustificare solamente pensando che il leader locale del suo movimento, dopo avere girovagato come una meteora impazzita nella galassia postdemocristiana per dieci anni, fino a pochi mesi fa era schierato con Forza Italia, e la notizia forse non era stata comunicata in tempo utile alla sede centrale del partito.

I seguaci di Di Pietro, che a livello nazionale si sono sempre battuti per moralizzare la politica, a nord di Salorno hanno suonato invano per mesi il campanello della sede locale dei postdemocristiani. Non rispondeva nessuno, perche’ l’ex vicepresidente della giunta provinciale, dopo una lunga latitanza e l’arresto, e’ stato affidato ai servizi sociali alla “Compagnia delle opere”, come un suo collega trentino, ma avendo dieci anni di piu’ nessuno, neanche in Forza Italia, che pur e’ un partito di bocca buona, se l’e’ sentita di rimetterlo in corsa. L’attuale vicepresidente della giunta provinciale, invece, era sempre in tribunale con una trentina di esponenti del suo partito, accusati di avere falsificato centinaia di firme per la presentazione di Mattarella alle ultime elezioni politiche, per dimostrare ai loro cugini trentini che sono perfettamente in grado di fare scemenze anche da soli. Il caso giudiziario e’ nato per la segnalazione da parte di esponenti locali di Alleanza Nazionale, partito che a sud di Salorno ha combattuto, insieme agli esponenti di Forza Italia, per depenalizzare il reato. Dopo la depenalizzazione i postdemocristiani hanno tirato un sospiro di sollievo ed hanno aperto la porta ai bacchettoni dipietristi, che non si sognerebbero di mettersi in lista con persone men che oneste. Peccato che una consigliera comunale postdemocristiana presente nella lista sia stata contemporaneamente rinviata a giudizio per avere percepito impropriamente dalla Provincia e dalla Regione alcune decine di milioni di vecchie lirette, perche’ l’occasione fa l’uomo ladro, ma le donne da anni cercano le pari opportunita’.

La sinistra, che a sud di Salorno vede giustamente nell’etnofederalismo, nel presidenzialismo regionalpopulista e nella concentrazione di potere politico e mediatico dei fenomeni pericolosi e da combattere, a nord di Salorno vede nell’SVP un partner/padrone affidabile. Un partner che per i leghisti ed i forzisti a sud di Salorno e’ un mito.

Sabato il congresso SVP ha ribadito l’equidistanza del partito dai poli nazionali, che a livello politico corrisponde all’espressione che si usa a sud di Salorno: “tenere il piede in due scarpe”. A nord di Salorno si dovrebbe dire che l’SVP tiene il piede in due pantofole, perche’ le scarpe hanno una certa forma e consistenza, mentre le pantofole si adattano perfettamente alla forma dei piedi. E le argomentazioni dei partiti sono sempre le stesse, quando sono all’opposizione dell’SVP e quando sono al governo con l’SVP. E i valori di destra e di sinistra diventano un optional, pur di stare al banchetto.

E’ un parallelismo capovolto, il cui schema e’ A B B1 A1: Italia (A), Sudtirolo (B), sudtirolesi (B1), italiani (A1); Stato/Maggioranze nazionali (A), Stato/Minoranze nazionali (B), Provincia/Maggioranze locali (B1), Provincia/Minoranze locali (A1).

Il chiasmo di Salorno.

Bolzano, 1° ottobre 2003.

Giorgio Delle Donne

1 Editoriale pubblicato sull'”Alto Adige” il 1° ottobre 2003.