Social survey

Opinioni e valori 1997 1

Strano posto il Sudtirolo.

Negli anni Ottanta, quando cresceva nella societa’ la richiesta di scuole bilingui, non solamente per i bambini mistilingui, ma anche per consentire ai bambini monolingui di imparare meglio la seconda lingua, le maggiori resistenze venivano, oltre che dall’SVP, anche dalla componente di lingua tedesca del PCI, tutta impegnata a farsi accettare come veramente autonomista ed ossequiosa delle identita’ dei gruppi, come se le scuole bilingui avessero dovuto soppiantare le scuole monolingui. Ad un certo punto gli imprenditori sudtirolesi del Suedtiroler Wirtschaftsring, che evidentemente non avevano problemi di legittimazione, dissero che la necessita’ di manodopera bilingue, ad ogni livello, era tale da dover richiedere al partito unico di rivedere la politica di rigida chiusura nei confronti delle molteplici proposte che il mondo scolastico, soprattutto italiano, avanzava nel settore della sperimentazione, dal bilinguismo precoce alla full immersion.

Dopo la sbornia ideologica degli anni Settanta, dove spesso si citava Marx a sproposito e/o senza nemmeno averlo letto, negli ultimi anni e’ difficile trovare citazioni di colui che, con fine ironia e con una certa lungimiranza, sosteneva di non essere un marxista. Quale stupore quindi nel leggere una citazione marxiana nel Social Survey 1997, a firma di Max Haller dell’Universita’ di Graz, in una pubblicazione dell’ASTAT, l’Istituto provinciale di statistica.

“Innanzitutto si sa che la situazione sociale oggettiva non si esprime affatto in modo diretto in soddisfazione o insoddisfazione di una persona o di un gruppo di persone; il grado di soddisfazione nei confronti delle condizioni lavorative e di vita e’ influenzato in modo decisivo dalla situazione relativa di una persona o di un gruppo di persone. Se un occupato vede che un collega che svolge le stesse sue mansioni guadagna di piu’, si sentira’ ovviamente discriminato. Se una persona o una categoria professionale in un periodo di crescita generale del reddito non riesce a raggiungere un miglioramento economico, la situazione oggettivamente invariata verra’ probabilmente percepita come un peggioramento. Il secondo motivo dell’importanza personale, sociale e politico-sociale della percezione soggettiva della situazione sociale sta nel fatto che il comportamento sociale di una persona o di un gruppo e’ condizionato in modo essenziale da essa e non soltanto dalla situazione oggettiva. Le analisi di Karl Marx sulle condizioni che conducono alla formazione di una coscienza rivoluzionaria ci insegnano che anche una situazione di grave svantaggio oggettivo non porta giocoforza le persone interessate alla consapevolezza di essere vittima di un’ingiustizia o alla disponibilita’ ad agire politicamente. Una situazione di costante svantaggio porta piuttosto al fatalismo, soprattutto nei casi in cui non si hanno alternative, come ad esempio idee politico-sociali eticamente fondate di una condizione sociale “equa”. D’altra parte anche un gruppo sociale oggettivamente benestante puo’ essere insoddisfatto, al punto tale da provare rancore, quando ha la sensazione di essere trattato in modo ingiusto o di aver perso dei diritti legittimamente acquisiti a causa del cambiamento delle circostanze oggettive.”

Scusate la lunga citazione, che ricorda immediatamente l’analisi marxiana sulla necessita’ della trasformazione “da classe in se’ a classe per se'”, sicuramente trasferibile, con le ovvie precauzioni, anche nel campo dei gruppi linguistici, ma raramente mi e’ capitato di leggere, tra quintali di scritti di intellettuali e politici locali, un’analisi tanto lucida della situazione sudtirolese e del “disagio” che sembra vivere il gruppo sudtirolese, la minoranza meglio tutelata e pagata al mondo, ed il gruppo altoatesino, che confrontando la propria situazione con quella dei parenti rimasti al paese – non necessariamente quello del Sud – dovrebbe leccarsi le dita e venerare anche Magnago, insieme a Toldo e Totti.

Ma ci sono altri spunti interessanti in questa pubblicazione, che continua la ricerca iniziata nel 1986, come quelli relativi al progressivo miglioramento dei rapporti tra i gruppi; le nuove urgenze relative alla qualita’ della vita e all’istruzione; le considerazioni sulle sperequazioni degli investimenti nei diversi settori che in Sudtirolo sono, anche se in misura sempre minore, etnicamente caratterizzati; il problema della qualita’ democratica della vita pubblica; il divieto di scuole bilingui …”da considerare anacronistico, non soltanto di fronte ai risultati sulla coscienza di se’ e sulla rispettiva fiducia di tutti i gruppi linguistici, ma anche in considerazione del fatto che, in vista di un’Europa unita, gli altoatesini potrebbero trarre un grande vantaggio proprio dalla possibilita’ di imparare tre lingue.”

Strano posto il Sudtirolo.

Trovi persone intelligenti dove meno te l’aspetti e un ossequioso conservatorismo tra chi ha iniziato la propria carriera politica criticando il “modello sudtirolese”.

Bolzano, 4 luglio 2000.

Giorgio Delle Donne

1 Editoriale pubblicato sull'”Alto Adige” il 6 luglio 2000.