Cultura & culture

Cultura & culture 1

Il 10 giugno a Merano i soci del Rotary delle Tre Venezie, tra una cena di gala ed un torneo di golf, hanno svolto il loro congresso annuale sul tema del valore universale della cultura. Forse, riflettendo un po’ sull’ambito territoriale della loro circoscrizione, avrebbero potuto capire che anche la geografia non e’ una scienza descrittiva ed oggettiva, ma e’ sempre in rapporto dialettico con la politica. Con un ulteriore sforzo avrebbero potuto capire che anche la cultura, se la si guarda in maniera disincantata, e’ sempre determinata da continue scelte di parte. Le femministe toste degli anni settanta, quelle che non si sarebbero mai sognate di entrare in una commissione per le pari opportunita’ ne’, tanto meno, in una giunta con uno che le paragona alle capre, dicevano che il punto di vista considerato oggettivo era in realta’ sempre il punto di vista di un maschio, bianco, europeo o statunitense, cinquantenne, e tentavano di sbugiardare, “demistificare” come si diceva allora, chi tentava di imporre interessi particolari spacciandoli per universali ed oggettivi, rivendicando il diritto alle diversita’ ed alla soggettivita’. Tra filosofi e sociologi che fanno tendenza, il vescovo Egger ha ricordato che solamente chi ha una buona cultura ed una salda identita’ puo’ confrontarsi senza timori con chi ha culture ed identita’ molto diverse, dimostrando che in questo inizio secolo cosi’ confuso la Chiesa sembra purtroppo essere l’unico agente politico-culturale in grado di criticare la globalizzazione e gli effetti devastanti del libero mercato, di cui gli ex comunisti sembrano essere oramai degli apologeti.

La nuova giunta comunale di Bolzano non ha sdoppiato l’assessorato alla cultura, limitandosi, per ora, alla creazione di un ufficio per le associazioni tedesche ed un assessorato per i beni culturali, da affidare ad un tedesco. Fin qui nulla di male: si puo’ fare una buona politica culturale anche con due assessorati separati e/o si puo’ fare una pessima politica anche con un unico assessorato alla cultura. Quello che non risulta comprensibile e’ la scelta politica di fondo del centrosinistra italiano: di fronte alle dichiarazioni di Durnwalder che, durante le trattative per la formazione della giunta provinciale nel gennaio 1999, ha dichiarato che non erano ancora maturi i tempi per l’accorpamento dell’assessorato provinciale alla cultura italiana con quello tedesco, Ferretti, dopo avere patteggiato ed in attesa dell’assegnazione ai servizi sociali, ha preso piu’ volte posizione auspicando l’accorpamento dei due assessorati provinciali e Di Puppo, in un’intervista pubblicata su questo giornale il 25 maggio 2000, ribadisce la posizione del suo illustre predecessore. Non capisco perche’ si stiano creando i presupposti per l’accorpamento dei due assessorati provinciali alla cultura e, contemporaneamente, per la divisione dell’assessorato comunale alla cultura di Bolzano, in una prospettiva dove gli altoatesini della provincia saranno concentrati a Bolzano, Merano e Laives. L’impressione e’ che qualcuno aspetti il momento opportuno per mettere insieme le volpi e le galline, in nome del valore universale della cultura o delle comuni origini territoriali tirolesi.

Come funziona attualmente la nomina dei componenti dei consigli di amministrazione e dei comitati scientifici nei musei provinciali? I partiti politici nominano i membri dei consigli di amministrazione, e questi nominano i membri dei comitati scientifici. La tradizione politica italiana vuole che la maggior parte dei componenti sia nominata ovviamente dai partiti di maggioranza, ma che una parte sia indicata dai partiti di opposizione. In Sudtirolo questa e’ considerata evidentemente una inutile perdita di tempo, ed i partiti di giunta nominano tutti i componenti dei consigli, non dando il minimo spazio all’opposizione. Se il consiglio di amministrazione ed il comitato scientifico sono costituiti ognuno da 8 persone, 6 sono tedeschi e 2 sono italiani. I 6 tedeschi sono nominati ovviamente dall’SVP, la quale da’ precise direttive sulla linea politica-culturale da seguire e puo’ scegliere anche tra persone che, seppur coccolate e viziate e spesso improponibili in altri ambiti territoriali non protetti come quello provinciale, a volte hanno delle buone idee e possono avere anche un cognome italiano, purche’ il nome sia in controtendenza. I 2 italiani se li spartiscono i tre assessori italiani che, tutti insieme, non hanno le preferenze che hanno ognuno dei due leader dell’opposizione, e nominano quasi sempre persone che sembrano pescate direttamente dall’elenco telefonico o trovate nella scatola del Tide (ve lo ricordate?), generando continuamente quella spirale tra crisi della politica, della rappresentativita’, della credibilita’ e della progettualita’ politica. Nominato il consiglio di amministrazione quest’ultimo nomina il comitato scientifico, ma li’, improvvisamente, si riscopre lo spirito unitario, e quindi non sono i 2 italiani del consiglio di amministrazione a nominare i 2 italiani del comitato scientifico, ma tutti e 8 i componenti del consiglio di amministrazione nominano i componenti del comitato scientifico. Il risultato puo’ essere che anche i componenti italiani se li sceglie l’SVP, come e’ accaduto al Museion due mesi or sono.

Nell’epoca della new economy le distanze si sono annullate ed e’ possibile compiere tutte le operazioni dalla propria scrivania, con il proprio computer. Si creano nuove figure professionali, ma altre scompaiono rapidamente, come i tipografi dei giornali, ad esempio. Questo da’ la possibilita’ di acquistare la merce, ad esempio un’auto, dove si vuole ed alle migliori condizioni, senza l’obbligo di recarsi al concessionario di zona. Nella politica i tempi e le modalita’ saranno ovviamente diverse e sicuramente piu’ lunghe, ma se ci si deve fare governare in ogni ambito dall’SVP o da un italiano di fiducia (di quest’ultima), tanto vale andare direttamente a discutere con loro. Si saltano dei passaggi tortuosi e ci si capisce meglio.

Bolzano, 20 giugno 2000.

Giorgio Delle Donne

1 Editoriale pubblicato sull'”Alto Adige” il 22 giugno 2000.